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Etica e sostenibilità sociale i nuovi valori dell’horeca

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Oggi vogliamo parlare di quei valori “speciali” che non sempre, nel rutilante e dinamico mondo Horeca, vengono tenuti in considerazione: etica, responsabilità e sostenibilità sociale nell’Horeca.

Parliamo, quindi, di rispetto fra fornitori e clienti, in altri termini di sostenibilità non solo economica e ambientale, ma anche sociale. Un tema che è emerso in tutta la sua dimensione anche nel recente Rapporto Censis-Italgrob presentato a IHM, così come di etica e di responsabilità sociale ha parlato in uno dei talk in Horeca Arena Federica Cecchi, vicepresidente MIO Italia, ecco una breve sintesi:

«Etica è responsabilità nel settore Ho.Re.Ca. è un argomento veramente importante. Mi preme dire quanto Mio Italia lavori da sempre per la tutela della cucina identitaria. Perché? Vi chiederete. Che cosa c’entra con l’etica? C’entra eccome! Per difendere in un momento così particolare quello che è stato il biglietto da visita che ha permesso all’Italia di farsi largo in tutto il mondo, è necessario avere un’etica parecchio ferma sulle proprie convinzioni. L’etica è importantissima perché a livello aziendale – senza un rapporto trasparente tra imprenditore e dipendenti, imprenditore e clienti, imprenditore e fornitori – si va poco lontano; un’etica ferma e retta dà origine a comportamenti virtuosi che sono imprescindibili all’interno di un’azienda che si vuole definire vincente. E poi, quando si ha a che fare con persone che hanno un’etica ferma, buone maniere e, comunque, un modo di confrontarsi e comportarsi trasparente, è tutto un altro modo di lavorare e di vivere».

Etica e sostenibilità sociale, quindi, come “valori portanti” del mondo del fuoricasa italiano, un must che richiama un famoso e quanto mai predittivo aforisma dello scrittore americano Ezra Pound che diceva: “Non può esserci una buona economia con una cattiva etica”.

Possiamo fare nostra questa frase e ribadire che non può esserci una buona Horeca con una cattiva etica. Etica anche come condivisione se non restituzione di qualcosa che si è ricevuto, una scelta che rende grande l’azienda, oltre quella che è il suo conto economico.

Ebbene, sono queste le motivazioni alla base delle società BENEFIT che anche nel beverage e nell’Horeca cominciano a nascere – citiamo fra le più importanti Ferrarelle – ma anche società di consulenza e servizi come PlanetOne, anch’essa società benefit. Ascoltiamo le parole del fondatore Marco Ranocchia che ci spiega perché diventare società benefit:

«Una bella iniziativa che è… benefit, insomma. Perché è un po’ una coscienza aziendale, ma anche, se vogliamo metterla così, più semplicemente una restituzione. Quando un’azienda trae vantaggi, profitti, ma fa anche una vita dignitosa e fa vivere delle vite dignitose anche ai suoi collaboratori, che fanno il lavoro che gli piace, che possono godere di successi – anche se gli insuccessi fanno sempre parte del gioco – quando sei soddisfatto perché non stai facendo un lavoro per cui senti il peso del lavoro ed ogni giorno è quasi una vacanza, credo che questa azienda debba restituire agli altri, a quelli che hanno più bisogno e all’ambiente, una parte dei propri proventi. E così che abbiamo trasformato la PlanetOne Srl in società Benefit, per aderire ad un concetto etico».

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