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3 anni fail
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RedazioneTorna sulla ribalta il piano europeo di lotta al cancro – il cosiddetto European Beating Cancer Plan – che sarà a giorni discusso all’Europarlamento. Nel mirino le bevande alcoliche che saranno escluse da attività promozionali e, quindi, di fatto penalizzate. La UE, come al solito, fa di tutta l’erba un fascio senza tenere conto e distinguere tra consumo moderato e abuso. I soloni europei con il paraocchi vogliono un taglio lineare di tutti i consumi di alchol attraverso una maggiore pressione fiscali e limitazioni nella comunicazione e nella commercializzazione.
Ma l’ondata anti-alchol che giunge da Bruxelles non piace per niente ai produttori italiani che corrono il rischio di incorrere in una drastica riduzione di valore a volumi. Oltre alle rimostranze verso i politici italiani, sperando non siano troppo impegnati in questi giorni, sollecitandoli ad intervenire con decisione in ambito Europea, si punta a fare fronte comune e mettere in atto ogni possibile azione.
Federvini, Unione Italiana Vini, Assoenologi, insieme anche ai produttori di birra fra cui Assobirra, sono pronti ad attuare ogni possibile azione contro la penalizzazione e la condanna delle bevande alcoliche indipendentemente dalle modalità di consumo. Ma va anche detto che il trend anti-alchol, al di là delle restrizioni che la U.E. vuole imporre, è di fatto una realtà, infatti, crescono i consumi e si moltiplicano iniziative come il Dry January, in Inghilterra, un mese in cui gli inglesi non bevono alcolici e si dedicano al detox. La British Beer & Pub Association (BBPA), infatti, prevede che a gennaio in Inghilterra saranno dispensate ben 7,8 milioni di pinte di birra analcolica (o a basso tenore alcolico) pari a circa 4,4 milioni di litri. Abbastanza per soddisfare, almeno in parte, il fabbisogno di acqua, malto e luppolo di quegli otto milioni di sudditi di Sua Maestà che affermano di voler restare “puliti” almeno in gennaio. Che angioletti questi inglesi e a febbraio, invece? Finito il detox torneranno al tox!
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