L’appello della ristorazione

A causa delle crisi internazionale Russo-Ucraina l’export italiano di vini verso questi Paesi – in Ucraina, ad esempio, i vini italiani sono leader di mercato – è a fortissimo rischio.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base dogane, solo lo scorso anno si sono registrati ordini dalla Russia per un valore di 375 milioni di dollari, ma c’è anche il riflesso contrario, il nostro Paese importa dalla Russia (e dall’Ucraina, storicamente definita il “granaio d’Europa”) beni agricoli che, con il conflitto, potrebbero scarseggiare e certamente aumentare di prezzo.

A prescindere dalla crisi internazionale non mancano altre criticità per il comparto Horeca Italiano, problemi che giornalmente vengono denunciati dal MIO – Movimento Imprese Ospitalità che chiede al Governo di non essere solo concentrato sulle questioni estere, ma di intervenire in aiuto della ristorazione di casa nostra che è allo stremo.

Sono rischio anche le filiere produttive e distributive che alimentano l’Horeca, con centinaia di addetti a rischio disoccupazione. MIO chiede la rimozione delle misure sanitarie e l’attivazione delle misure economiche a sostegno del comparto.

Anche il settore della ristorazione reagisce, per quel che può e quel che conta, all’invasione dell’esercito russo in terra Ucraina. Il World’s 50 Best Restaurant, l’evento che svela i migliori 50 ristoranti al mondo che si sarebbe dovuto tenere il 22 luglio a Mosca, cambia sede e punta su Londra. C’è chi, invece, boicotta i Russi eliminando dall’offerta ogni tipo di Vodka prodotta da quelle parti. Atti di protesta opportuni, ma bastasse questo per fermare la stupidità della guerra.

Venerdì su Horeca Channel Italia, una puntata speciale di Spunti di Vista dedicata all’Ucraina, al settore Horeca e alla bravura dei loro chef che ora, purtroppo, lasciate pentole e padelle, hanno dovuto imbracciare un fucile.

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