Che anno sarà per i consumi fuoricasa?
È la domanda che si pongono tanti addetti ai lavori. Sul punto i consumatori sono abbastanza divisi: una recentissima ricerca di Circana, sul sentiment dei consumatori, dice che il 31% degli stessi per il 2025 intende rinunciare sia alle spese che riguardano il fuoricasa sia ad altre spese, mentre la buona notizia è che il 52%, quindi la maggioranza, non rinuncerà alle proprie spese fuoricasa e tra queste il 12% dice che piuttosto sarebbe meglio rinunciare ad altre spese pur di vivere l’esperienza di consumo fuoricasa.
Va detto che il questo contesto i prezzi al consumo – sperando in un mantenimento se non in un leggero calo – giocheranno un ruolo importante. Aumenti di menù che tuttavia sembrano inevitabili nella gestione di un ristorante, dove i costi di gestione sono decisamente lievitati negli ultimi tempi aumento dei costi delle materie prime e dell’energia e la carenza di personale qualificato, che hanno imposto una pressione significativa agli chef e ai gestori dei locali.
Criticità che hanno in particolare condizionato i ristoranti fine dining, nonostante i loro menù non sono certo a buon mercato. Tra i nomi celebri coinvolti in questo fenomeno c’è Viviana Varese che ha deciso di trasferirsi con il suo progetto al «Passalacqua» sul Lago di Como, mentre Antonino Cannavacciuolo ha chiuso definitivamente il «Bistrot» a Novara. Insomma, per un motivo o per l’altro nell’ultimo anno in Italia ben 18 ristoranti stellati hanno chiuso i battenti.
L’ultima defaillance è quella dello chef stellato Felix Lo Basso che lascia Milano per aprire a Lugano. Perché? Secondo lo chef la città non è più la stessa, il turismo non si è mai ripreso dopo la pandemia e gli affitti sono insostenibili: paga 10 mila euro al mese per 200 mq. Mancano i turisti russi e cinesi che un tempo erano tra i principali clienti dei ristoranti di lusso.
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