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RedazioneD.: Come nasce l’azienda San Martino?
R.: «L’azienda nasce nel 1969, dai genitori Luigi e Pietro, che cominciano la coltivazione della vite, in una zona particolarmente vocata come la nostra, ai piedi delle colline di Conegliano, ai quali seguono nel 2003 i rispettivi figli Giovanni e Walter che danno vita così a San Martino Vini in pochissimi anni; poi anche l’evoluzione ed ampliamento dell’attività tre anni fa, con l’acquisizione, in provincia di Venezia della cantina Riviera del Brenta».
D.: Ci parli dei suoi prodotti, quali peculiarità, quali eccellenze?
R.: «La nostra specializzazione è la spumantizzazione Prosecco Doc Treviso e Prosecco Docg Valdobbiadene, Glera, ed anche prodotti del vicino friuli come Ribolla, Traminer, Sauvignon, ed una serie di vini fermi del territorio, in primis fra tutti una nicchia il Colli di Conegliano Rosso DOCG ed altra eccellenza unica nostra, il Merlot Doc Riviera del Brenta».
D.: Che pratiche sostenibili adottate nella vostra produzione per proteggere l’ambiente e garantire la qualità dei vostri prodotti?
R.: «Una parte della nostra produzione è dedicata ai vini biologici, che produciamo ed imbottigliamo, e a cui crediamo particolarmente per un futuro il più possibile sostenibile; prossimamente convertiremo la nostra produzione convenzionale, in sostenibile APE».
D.: Come si posiziona la vostra azienda nel mercato del Prosecco? Quali strategie utilizzate per differenziarvi?
R.: «Ci posizioniamo come un’azienda innovativa e di qualità. Le strategie che utilizziamo per differenziarci sono la ricerca e l’attenzione vs i nuovi prodotti; cerchiamo di creare dei packaging, bottiglie differenti dagli standard, con delle forme particolari nostre, che ci differenziano e ci valorizzano rispetto ai nostri diretti concorrenti».
D.: Qual è l’importanza della relazione con i partner della distribuzione e della ristorazione per il successo della vostra azienda?
R:. «I nostri clienti sono per la maggior parte distributori che credono in noi, e che noi affianchiamo anche nei punti vendita finali con corsi di degustazione, formazione, finalizzati a far conoscere i nostri prodotti ai clienti finali…enoteche, ristoranti, eventi, fiere…».
D.: Quali sono le sfide e le opportunità che vede per il futuro del Prosecco, sia a livello locale che internazionale? Come si sta preparando la sua azienda per affrontarle?
R.: «Sfide: cercare di andare a colpire zone o Paesi dove il prosecco non è ancora conosciuto grazie alla trasversabilità di bevuta del Prosecco, una tipologia di vino adatto ad un ampio mercato che riesce a coinvolgere tutti, dai giovani ai meno giovani».
D.: Come si sta preparando la sua azienda?
R.: «Tramite nuovi investimenti in termini di uomini e zone. Stiamo investendo sempre di più nella nostra struttura interna per migliorare la qualità e il packaging dei nostri prodotti; forti investimenti anche in termini di marketing, comunicazione e pubblicità».
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