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RedazioneBene la ripresa dei consumi fuoricasa, ma non mancano le preoccupazioni degli addetti ai lavori come emerge dal Centro Studi Retail Confimprese che ha analizzato il settore della ristorazione su un campione composto per il 40% dal casual dining, per il 30% dalla ristorazione senza servizio al tavolo, per il 25% da bar/coffee shop e per il 5% dalle gelaterie.
La criticità più evidente è legata all’aumento dei costi di gestione che incide sulla dinamica dei prezzi e sull’inflazione con la conseguente, drastica, riduzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane. «Dall’analisi – spiega Mario Maiocchi, direttore Centro Studi Retail Confimprese – emerge una situazione ancora molto incerta, nonostante la fine delle limitazioni e la voglia di normalità che spinge i consumi».
La visione delle aziende della ristorazione, tuttavia, impone una riflessione su quanto sta accadendo nel settore. Una delle voci più allarmanti è l’aumento del costo del personale, in particolare nel mondo della ristorazione, che va di pari passo con la situazione economica in atto.
Dalla ricerca del Centro Studi Retail Confimprese emerge che, oltre la metà degli intervistati, dichiara un aumento del costo del personale dovuta alla mancata disponibilità di nuove risorse da assumere, con incrementi fino al 10% per quasi 3 aziende su 4. La difficoltà emerge con maggiore forza, soprattutto, per gli operatori del casual dining (75%) e per bar/coffee shop (60%).
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