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4 anni fail
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RedazionePer far fronte all’impennata dei contagi diverse le strette in arrivo per l’Horeca: no alla sosta in piedi fuori dai locali e stop alla vendita di alcol dalle 22, con eventuale limitazione delle attività di ristorazione alle 23, dipende dalle Regioni. No a feste private. Sì ad eventi legati a cerimonie come matrimoni, ma con numeriche contingentate. Sostegno allo smart working che, come sappiamo, drena in consumi fuoricasa. Per scongiurare un nuovo lockdowon totale, che sarebbe la mazzata finale, non resta che rispettare e far rispettare in maniera ferrea tutte le regole, sperando che questa nuova ondata passi quanto prima.
Aggiunti altri codici ATECO fra i beneficiari del contributo a fondo perduto per i ristoranti, contenuto nel DL Agosto attualmente in fase di conversione al Senato. Tra i beneficiari dell’agevolazione anche i catering, gli alberghi e le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole. Per non compromettere l’inefficacia della macchina burocratica non è stato ancora pubblicato il decreto attuativo, quindi ancora non si conoscono le modalità per richiedere i contributi decretati ad agosto. e siamo quasi a novembre.
“Pronto ci sono!” è il nuovo servizio di supporto psicologico gratuito per ristoratori in difficoltà messo a punto da Fipe e gestito da un pool di psicologi professionisti. «Se vogliamo davvero rialzare la testa, abbiamo il dovere di garantire anche la tenuta psicologica degli operatori della ristorazione, i più colpiti dalla crisi pandemica» dichiara Valentina Picca Bianchi, presidente delle Donne Imprenditrici di Fipe. «La sfida più grande è quella di intercettare le situazioni a rischio e stimolare una nuova prospettiva negli imprenditori».
Da New York a Chicago a Houston, molti ristoranti negli Stati Uniti, per unire l’esigenze di sicurezza contro il Covid e quelle economiche, hanno fissato un tempo massimo di novanta minuti entro i quali si entra, si consuma il pasto e si paga il conto. La misura, dicono, risponde a due esigenze: garantire un ricambio d’aria costante per evitare che l’eventuale presenza del virus ristagni nelle sale, e far ruotare al meglio i tavoli, considerando il tetto massimo del 25% di coperti che si possono occupare all’interno.
A Milano, invece, una soluzione originale di cui diamo notizia è un solo tavolo da 10 persone alla volta. Nessun problema di privacy e distanza di sicurezza: ci si accomoda in una grande sala senza estranei, tutti intorno allo stesso tavolo. Il menù rigorosamente su misura. Il ristorante con un solo tavolo inaugurato in piena pandemia sul Naviglio Grande si chiama Grand Love. Funzionerà? Torneranno i conti? Il proprietario, tale Carlos Valdes Ciampi, laureato in marketing non ha dubbi. Auguri.
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