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RedazioneChe le problematiche siano evidenti lo conferma il decrescente numero di occupati del settore, che sconta il crollo dei flussi turistici esteri verso le città italiane. Dai dati FIPE, a fine Agosto sono infatti 303.529 i posti di lavoro in meno rispetto al 2019. Le perdite maggiori in termini di volumi si registrano per ristoranti e bar, che perdono rispettivamente 124.419 e 62.454 posti di lavoro.
Il Bonus Vacanza è stato un flop – lo abbiamo annunciato nelle Short News di ieri – dei 2,4 miliardi di euro messi a budget solo 200 milioni sono arrivati a destinazione. E allora perché non ridestinare subito le somme non spese a bar e ristoranti? È la proposta sensata di Paolo Bianchini, presidente del Movimento Imprese Ospitalità Italia: «Sono mesi che cerchiamo di spiegare al Governo che il turismo, e il relativo indotto, non possono riprendersi con pannicelli caldi, a fronte dello tsunami Covid-19». Giusto!
Anche al Cibus Forum, inaugurato ieri, si è parlato molto di crisi dei consumi Horeca, fra i diversi interventi quello del presidente di Federalimentare Ivano Vacondio che ha parlato di «anno nero del food e beverage» e ha rinnovato la richiesta di «aiuti a fondo perduto per il settore Horeca e turismo». «Al Governo serve il coraggio di fare delle scelte. C’è bisogno – ha precisato – di almeno 1,5 miliardi di euro se si vuole tenere in piedi l’Horeca e il turismo enogastronomico».
Ebbene, quelli non utilizzati del bonus turismo sarebbero lì pronti per risolvere in parte il problema.
Da questo mese AB InBev, prima azienda di birra al mondo con oltre 500 marchi distribuiti al livello globale, ha un nuovo Country Director per l’Italia. È Arnaud Hanset, prende il posto di Benoit Bronckart. Hanset, 36 anni, da oltre 10 anni in azienda, dove ha ricoperto diversi ruoli in Europa. ha dichiarato: «Sono entusiasta ho accettato con orgoglio questo ruolo. Il mercato italiano è affascinante, e la forte spinta verso il settore delle premium rappresenta per me una bellissima sfida». In bocca al lupo.
Il lockdown ha fornito una potente accelerazione al trend del delivery. Oggi vale circa 1.6 miliardi di euro, con una performance del 56% rispetto l’anno precedente e c’è ancora molto spazio di crescita: solo il 18% del Food Delivery, infatti, passa attraverso piattaforme digitali. Secondo gli esperti l’appeal del delivery è legato in parte alla sfera psicologica: il non dover cucinare, lavare i piatti è un toccasana durante periodi di stress, come quelli che si stanno vivendo.
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