Chissà cosa avrebbe scritto il buon Luigi Veronelli, a fronte delle polemiche che montano in questi giorni sulla proposta della Unione Europea che autorizzerebbe l’eliminazione totale e parziale dell’alcol dal vino. Cosa avrebbe detto lui, intenditore e cantore del vino, del “Canto della Terra” come lo definiva?
Certo che chiamare vino un prodotto che ha quasi zero gradi alcolici… è abbastanza paradossale. Un vino senz’alcol è come il karaoke, della canzone originale non ha poco o nulla. Ma siamo sicuri che la colpa di questa ubriacatura senza vino sia tutta della UE? O ci sono altre verità? O vi è anche l’interesse di alcuni produttori di trovare nuove soluzioni per fronteggiare produzioni che, a causa dei cambiamenti climatici, di inattesi e ostili microclimi, si ritrovano con vini con elevati gradi alcolici, poco fruibili, poco vendibili?
E poi, in tutta questa sbornia, che ruolo giocano le multinazionali del commercio organizzato desiderose di riempire i loro supermercati di nuovi prodotti a prezzi da discount, per acchiappare nuovi consumatori e ingabbiarli in nuove occasioni di consumo? Insomma, la situazione è complicata e fra pressioni, lobby e necessità, viene fuori la solita immonda cagnara: le prese di posizioni sono diverse, alcuni poi prendono posizione senza manco sapere dove sia la loro posizione.
Ma, per tutta una serie di ragioni, sarà inevitabile per i produttori – non tutti, ovviamente – affrontare e gestire l’evoluzione dealcolata che per certi versi potrebbe offrire anche inattese opportunità. Quello che, invece, non va è che, nel frattempo, i nostri politicanti languono affaccendati in altre faccende, il rischio è che i bolsi funzionari della UE, bevitori di acqua e poco avvezzi al vino, legiferino combinando il solito ed ennesimo pastrocchio. Del resto, ne abbiamo viste di cotte e di crude in questi anni a danno delle nostre produzioni agroalimentari.
La faccenda è delicata, ci vuole competenza e chiarezza. Come, ad esempio, avere la cortesia di non chiamare “vino” un vino con una gradazione inferiore ai 9°. E allora, come si potrebbe denominare il vino dealcolato? Facciamo una proposta direttamente ad Ursula Von del Leyen: “Cara Ursula, semmai vogliate avvinazzarvi con un vino senza alcol, per favore non chiamatelo vino, e neanche vinello, chiamatelo Tapino, anzi Tapiro”.