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4 anni fail
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RedazioneIl primo weekend, quasi normale, del fuori casa italiano ha fatto tornare il sorriso agli operatori Horeca con lo spostamento del coprifuoco alle 23. Coldiretti ha stimato incassi in più di almeno un 10% sia per le maggiori consumazioni al tavolo e, in alcuni casi, anche la possibilità di un doppio turno. Si attende ora il 1° giugno per tornare a sedersi dentro un ristorante, quando potranno riaprire almeno altri 180mila locali e poi con l’attivazione del green pass vedere tornare anche i turisti. La tanto attesa normalità.
Ma nella tanto attesa “normalità” vi è una sorpresa inattesa: è sempre più difficile trovare e assumere personale di servizio: camerieri, ma anche cuochi. Sarà colpa del Reddito di Cittadinanza, si chiedono in molti? Forse e solo in parte, certamente i lunghi mesi di chiusura e limitazioni hanno costretto il personale di servizio – categoria di lavoratori in molti casi precaria e in alcune circostanze sottopagata – a cercare fortuna in altri impieghi.
Ma parlando di impiego nell’Horeca la pandemia ha portato un nuova professione: il Covid manager, colui che traduce in pratica le prescrizione contenute nei DPCM per mettere in sicurezza Hotel, sale convegni, centri benessere e ristoranti, e dare sostegno agli ospiti con consigli e indicazioni. Questo è il Covid manager, una figura professionale quotata e ricercata, che avrà un ruolo anche dopo che la pandemia sarà del tutto passata, perché anche dopo la questione sicurezza resterà un fattore irrinunciabile.
Il futuro sarà dei vini “dealcolati”? Per l’Unione Europea dovrebbe essere così già da ora, stando alla bozza di un Regolamento comunitario – il n. 1308/2013 – che è attualmente in discussione a Bruxelles e che prevede di autorizzare, nell’ambito delle pratiche enologiche, l’eliminazione totale o parziale dell’alcol. Sul punto controverso vi è la netta presa di posizione di Unione Italiana Vini che chiede un deciso intervento nel Ministro Patuanelli sul tema. In Italia un prodotto per poter essere chiamato “vino” deve presentare una gradazione alcolica di almeno 9 gradi.
Heineken, il secondo gruppo birraio al mondo, punta ad acquisire la sudafricana Distell, leader nel settore wine & spirits nel Continente africano, quotata 2,27 miliardi di dollari. Distell rappresenta una vera e propria sfida per Heineken per puntare su nuovi mercati e nuove categorie di prodotto, soprattutto il vino, una vera e propria novità per la multinazionale della birra.
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