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4 anni fail
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RedazionePer 9 clienti su 10 bar e ristoranti sono luoghi sicuri e rispettosi delle norme igieniche anti-Covid: è quanto emerge da un’indagine di Format Research divulgata da Fipe. Gestori virtuosi, dunque, anche perché la tutela della sicurezza è ai primissimi posti tra le motivazioni che inducono i consumatori a scegliere un locale piuttosto che un altro. Una risposta netta e senza appello a quei giornalisti d’assalto che sulla scorta di un discutibile studio statunitense, inducevano al dubbio che i locali Horeca fossero covi di Covid.
Tempi grami per le strutture dell’hospitality, specie nelle grandi città. A Milano, Halldis Spa, una delle società leader negli affitti brevi, ha chiesto al Tribunale fallimentare di Milano il concordato preventivo. Anche la società Townhouse.it Srl – catena di piccoli alberghi di lusso, che a Milano gestisce il “gioiello“ in Galleria e un boutique hotel in via Goldoni 33 – ha chiesto il concordato preventivo. Il tribunale ha nominato un commissario giudiziale e ha concesso tempo alle società per presentare un piano di rilancio. Sarà dura.
Il comparto dell’hard seltzer è il nuovo territorio di lotta commerciale fra i big della birra. Dopo Molson Coors, Ab InBev, Carlsberg, è la volta di Heineken, che lancia il prodotto low alcohol in due dei suoi mercati di maggior successo. Pure Piraña, in Nuova Zelanda e Messico, e Canijilla sul mercato statunitense. Con questi due brand la multinazionale olandese punta a testare i gusti degli acquirenti e conquistare quote di mercato in uno dei settori del beverage più dinamici del momento.
A proposito di new beverage. Pepsico lancia Driftwell, una bevanda funzionale che dovrebbe aiutare a dormire, una sorta di panacea contro ansia e insonnia che in epoca di Coronavirus si sono palesati in maniera più evidente. Il prodotto, che nasce grazie a un concorso che ha visto partecipi i dipendenti Pepsico a livello mondo, è composto essenzialmente da acqua naturale addizionata con Teanina, che contiene magnesio, con zero zuccheri e in due gusti: mora e lavanda.
Il vino si avvicina alla mixology per creare nuove occasioni di consumo e intercettare un pubblico diverso, ne è pienamente convinto Alberto Serena, CEO della Montelvini, intervistato da Repubblica: «Siamo di fronte a consumatori più curiosi – spiega Serena – non si tratta più del semplice consumatore che beve solo vino e birra, ma di giovani che vogliono sperimentare. Nel mondo del vino c’è bisogno di meno formalismo, senza pregiudicare la qualità del prodotto, ma sperimentando cose nuove». Come dire, innovazione nel rispetto della tradizione.
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