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RedazioneFood & Beverage, digital media e social il connubio è sempre più stretto. Cucina e alimentazione, sui social, sono argomenti seguiti assiduamente da almeno 1 italiano su 4, come ci dice l’Osservatorio InSIdE – acronimo di Influencer, Stories, Identities and Evolutions: la cucina sui social media rimane un fenomeno trasversale.
Infatti, questo argomento è seguito da molteplici pubblici, fino a raggiungere anche chi usa meno i social ed è meno attivo sulla rete. Andando più in profondità alla ricerca di un identikit degli utenti che più attivamente sono alla ricerca di contenuti food, questi sono soprattutto donne con figli teenager.
Altro dato interessante che emerge dalla ricerca è che chi compra è differente da chi guarda. Infatti, il pubblico che si muove per fare acquisti è sempre a maggioranza femminile, ma si polarizza e si precisa tra giovanissime appartenenti alla GenZ e donne over 55. Utilizzano, infatti, intensivamente i social network e orientano i propri consumi alimentari in base ai contenuti pubblicati dagli influencer.
È evidente che i social hanno cambiato il modo in cui ci approcciamo al cibo ma, secondo gli esperti, siamo all’inizio di un nuovo futuro dei creator gastronomici e del racconto del cibo. Altri dati interessanti che emergono dal sondaggio riguardano i famosi influencer: in generale, ben il 57% del pubblico prende in considerazione un prodotto consigliato dal creator, cioè più di 21 milioni italiani. Il dato interessante è verso chi o cosa viene riposta la fiducia: il 51% della GenZ si fida del consiglio dell’influencer, mentre gli over 55 restano ancora legati alla fiducia nel marchio.
Va detto però che, ultimamente, gli influencer nei ristoranti non siamo tanto graditi, troppe invasioni di campo (o richieste di cene “gratis”, non tutti i ristoratori apprezzano le loro incursioni continue alla ricerca dello scatto perfetto).
Il trend giunge dagli States: è il caso di Maison Nico, dove i proprietari del noto Forno di San Francisco, per policy interna, non collaborano direttamente con gli influencer. Vale lo stesso per Dae, caffetteria italo-americana a Brooklyn, che ha annunciato qualche mese fa la sua drastica decisione.
Il trend “influencer out” è giunto anche in Italia, dove per troppo tempo i gestori sono stati bombardati da richieste di cene e pernottamenti gratis in cambio di una Instagram Story o un Post. C’è chi non può permetterselo, c’è chi non condivide la pratica, c’è chi non vuole gente intorno mentre lavora, chi non vede un ritorno economico proporzionato e poi, soprattutto, troppi i video che possono toccare la privacy di chi viene qui a passare del tempo in assoluto relax.
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