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Redazione2025, la categoria wine e spirits è chiamata ad affrontare un’annata abbastanza in salita. Le criticità e le questioni sul tavolo sono tante, a cominciare dal nuovo codice della strada che ha elevato di parecchio le sanzioni a chi viene trovato alla guida con un tasso alcolemico oltre i parametri di legge.
Bisogna dire che la questione ha provocato molta preoccupazione fra i consumatori con la conseguenza di un drastico calo dei consumi al ristornate e al bar.
Ma il nuovo codice della strada non è la sola preoccupazione, la sola criticità che investe il mondo del wine&spirits – dall’ultima survey dell’Ufficio Studi Coop – ci dice che per questo 2025 i consumatori di fronte alle intenzioni di consumo di bevande alcoliche registrano un calo del 24%. Un dato che è un campanello di allarme che si somma ad altri timori da parte dei produttori: come, ad esempio, i paventati dazi della nuova amministrazione americana, o come anche tutto il circolo sui vini dealcolati messo in piedi dalla UE che, come al solito, sa solo regolamentare secondo posizioni ideologiche senza andare in profondità per comprendere le esigenze di una categoria, in questo caso quelle dei viticoltori italiani.
Meno male, va detto, che il Prosecco DOC tiene, infatti, il 2024 è stato da record: 650 milioni di bottiglie e un valore di 3,6 miliardi di euro. Le bollicine veneto-friulane si confermano come un pilastro della spumantistica italiana e mondiale. Il Prosecco DOC rappresenta quasi il 25% della produzione dei vini italiani a DOP, sperando che non pretendano che sia anche questo de-alcolizzato.
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