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Cucina Italiana UNESCO: festeggiamo, ma il falso vende il doppio!

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La cucina italiana – fresca fresca di riconoscimento come patrimonio immateriale dell’umanità – ne abbiamo parlato altre volte e se n’è parlato tanto anche in questi giorni. Diciamo, però, che la cucina italiana era “patrimonio dell’umanità” ben prima che l’Unesco lo mettesse nero su bianco.

Un riconoscimento, questo, che certamente apporterà benefici ad un comparto che già oggi vale circa 707 miliardi di euro, con l’export che supera i 60 miliardi (una crescita continua: +6% nel 2025), mentre la sola “cucina italiana” nel mondo genera oltre 240 miliardi con quasi 600.000 ristoranti italiani all’estero, rendendo l’Italia leader in Europa nella ristorazione e sesta esportatrice mondiale di Food&Beverage. Numeri eccezionali che non potranno certamente crescere a ritmi sostenuti nonostante il riconoscimento, ma anche a causa del cosiddetto italian sounding.

Il riconoscimento dell’Unesco alla cucina italiana, come patrimonio immateriale dell’umanità, è molto più di una medaglia da appuntare sul petto: è uno specchio che ci restituisce ciò che siamo. Perché questo patrimonio nasce da un mosaico irripetibile: mari, laghi, fiumi, montagne, colline e pianure… Una biodiversità ricchissima e straordinaria che ci dona prodotti che raccontano territori, oltre alla tradizione gastronomica che non abbiamo mai smesso di custodire.

Ma ogni riconoscimento comporta anche una responsabilità. E qui si apre il secondo momento: dopo i festeggiamenti e i rallegramenti, bisogna rimettersi al lavoro a cominciare dalla politica, anche per contrastare l’italian sounding, ovvero il falso Made in Italy dove stime recenti indicano un danno economico che supera i 120 miliardi di euro all’anno per l’Italia, il doppio persino del valore dell’export agroalimentare autentico.

Quindi, non parliamo di un fenomeno di nicchia, tutt’altro! A farne le spese sono i nostri salumi e formaggi più famosi, ci sono anche le salse fake e poi i nostri vini più noti come Prosecco e Chianti. Per non parlare della nostra ricetta più taroccata: la carbonara, contaminata da improbabili ingredienti… Tutto fake!

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