Il ricorso alle tecniche di neuromarketing in aggiunta alle ricerche di mercato tradizionali è sempre più diffuso nei diversi settori merceologici. Cosa però rende questa disciplina particolarmente utile al mondo del food? Ecco alcuni esempi di applicazione e consigli forniti dagli esperti di neuromarketing a ristoratori e aziende alimentari. Nel mondo della ristorazione sono tanti i fattori che possono incidere sulla customer experience e a questo proposito l’autore del libro “Neuromarketing per il food”, Marco Baldocchi, ha fornito alcuni consigli utili per i ristoratori.
È possibile partire dal design dei menu. È importante facilitare il processo di scelta, che può diventare più complesso e addirittura stressante quando ci si ritrova di fronte a una “lista infinita” di alternative, avendo peraltro un tempo chiaramente limitato a disposizione per sceglierne una. Il nostro cervello, ha spiegato l’esperto, è tendenzialmente portato a cercare il risparmio di risorse energetiche e la creazione di un menu efficace deve tenerne conto. Per questa ragione si consiglia di non inserire più di sei/sette alternative per tipologia di portata e, nel caso in cui ci fossero molti piatti disponibili, per esempio di mare e di terra, la soluzione ideale potrebbe essere quella di ideare dei menu separati.
Altri elementi importante sono i profumi e la luce, che deve essere qualcosa che guida le persone e per questa ragione può essere utile posizionare una luce più forte nella zona in cui si accolgono i clienti e questo tenderà a far sì che gli ospiti si fermino in quella zona divenendo più propensi ad attendere l’arrivo del cameriere.