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RedazioneNella scorsa puntata di Spunti di Vista – la nostra consueta video-rubrica del venerdì – abbiamo ascoltato il fondatore di Slow Food Carlo Petrini e preso ulteriore coscienza dell’impatto ambientale che provoca il sistema alimentare mondiale, una natura colpita e ferita che poi presenta il conto, visto il cambiamento climatico in atto.
Una spirale pericolosa che necessita di una presa di coscienza collettiva, dai consumatori ai produttori con politiche industriali e commerciali che possano, quanto prima, invertire il percorso.
Un triste dato su tutti: negli ultimi 100 anni è andato distrutto il 70% della biodiversità vegetale e animale sul pianeta Terra. Cambiamenti epocali che andranno anche ad incidere sui costi di produzione di cibi e bevande.
Il pericolo si coglie appieno leggendo un articolo del Financial Times che, parlando dei costi di produzione della birra, dice che ad incidere sull’aumento di malto ed orzo non sarebbe stata solo la guerra in Ucraina, ma che la minaccia principale per la produzione di birra è il cambiamento climatico.
Stando alle previsioni, infatti, l’aumento delle temperature, dovuto ai cambiamenti climatici, mettono a serio rischio la produzione di luppolo e di orzo. Si stima che in un Paese come la Francia queste produzioni diminuiranno del 18%, ma non è finita… se le previsioni dell’aumento di +4°C nei prossimi trent’anni dovesse essere rispettato, la birra potrebbe iniziare a scomparire o a diventare davvero troppo costosa. Speriamo di no!
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