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Turismo: come ogni anno, c’è il caro ombrellone

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Siamo del pieno della stagione turistica, i turisti non mancano, ma come sempre con mancano neanche le polemiche: anzitutto, per il caro prezzi e ancora più nello specifico per il caro ombrellone. Secondo un’indagine di Altroconsumo per gli italiani che hanno scelto il mare per le vacanze si profila un vero e proprio salasso con prezzi per una settimana di ombrellone che superano i 300 euro.

L’estate in spiaggia, dunque, si annuncia particolarmente onerosa. Alghero, in Sardegna, e la marchigiana Senigallia sono le località con gli aumenti più marcati: +9% rispetto alla scorsa estate, seguono Palinuro, in Campania, e Gallipoli in Puglia con +7%. La media nazionale dei rincari si attesta al 5%, ben oltre il tasso d’inflazione, che si aggira intorno al 2%. Alassio (Savona) si conferma la località più costosa: per una settimana in spiaggia il prezzo medio nelle prime quattro file è di 340 euro, con la prima fila che può arrivare a 354 euro. All’opposto Rimini, si distingue per l’offerta più accessibile: 150 euro di media e 166 euro per la prima fila. Senigallia, nonostante i rincari, si attesta a 158 euro.

Italia “superpotenza” del turismo balneare
Il turismo balneare rappresenta un pilastro fondamentale del nostro sistema economico – quest’anno  tra giugno e agosto – nei comuni balneari sono attesi 20,7 milioni di arrivi e 110,1 milioni di presenze turistiche, in crescita rispettivamente del +2% e del +1,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le località costiere dell’Emilia-Romagna sono quelle che intercettano la maggior quota di domanda: il 15,2% degli arrivi del turismo balneare in Italia e il 15,8% delle presenze. Al secondo posto si colloca il Veneto con il 12,8% di arrivi e il 15,9% di presenze, seguito dalla Toscana, dalla Liguria e dalla Campania. La riviera con la maggiore incidenza (relativa) di stranieri è la Costa Sorrentina, dove la domanda estera vale l’86,4% del totale. Su questo settore incombe la ormai famosa direttiva Bolkestein che imporrebbe bandi pubblici per la gestione dei lidi, ma al momento, tranne alcuni casi, è tutto rimandato al 2027.

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