Il Covid-19 sta di fatto mutando usi e costumi dei consumatori. Come emerge, infatti, da un’indagine pubblicata dall’osservatorio di Host, la biennale internazionale del settore, ad affermarsi sulla scena della ristorazione sembra essere sempre più l’offerta di intrattenimento.
Tra le giovani generazioni il ruolo dell’experience è molto importante. Poter condividere sui social la propria uscita resterà ancora per un certo tempo un fattore cruciale: il primo addirittura per i Millennial. Del resto, secondo Global WebIndex il 15% degli instagrammer posta foto di cibo. Quest’estate – si legge ancora nell’indagine pubblicata da Host – si sono quindi visti picnic in campagna sotto una quercia o in un prato di montagna con la musica di un dj set a fare da corredo. Così il cibo diventa l’occasione di un racconto.
La londinese Gingerline ha ideato il progetto “The Picnic Hunters Club”: box gourmet da consumare nel verde, in famiglia o tra amici, con una caccia al tesoro completa di enigmi e rompicapi da risolvere. Teatro e mostre, poi, possono trasformare i ristoranti in luoghi a tutto tondo dove vivere un’esperienza unica. È stata l’idea alla base di Tournée da Bar, concept italiano che porta uno Shakespeare rivisitato al ristorante o al bar. Del resto, di questo cambiamento aveva già parlato la società specializzata TradeLab, fotografando lo scenario mutato del fuori casa. Molte abitudini, infatti, sono cambiate: negli orari, negli stili e soprattutto nei ritmi lavorativi.
«Se la quota di frequentanti è vicina alla situazione del 2019, gli italiani spendono un po’ meno, selezionano di più le occasioni in cui uscire e soprattutto escono meno spesso – fa notare Angela Borghi di TradeLab -. La cena ha recuperato i livelli di spesa del 2019 e, grazie a una buona frequenza, sta sviluppando una quota di mercato fuori casa ancor più importante rispetto al passato, a differenza del pranzo; altra occasione in recupero sono le pause nel pomeriggio, che hanno beneficiato della presenza a casa di adulti e ragazzi, e l’aperitivo».
Intrattenimento o no, a soffrire di meno saranno i ristoranti a servizio limitato – fast food e fast casual -, già meglio attrezzati in partenza sul fronte digital.