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RedazioneDal 1° gennaio 2026 lo scontrino digitale diventerà obbligatorio, ovvero vi sarà la necessità vincolante anche per gli esercizi Horeca – come i bar – di collegare il proprio Pos al registratore di cassa telematico o al software utilizzato, in modo da memorizzare puntualmente e trasmettere in forma aggregata i corrispettivi giornalieri dei pagamenti elettronici.
Arriverà via email, tramite app o Qr Code, riducendo il consumo di carta e semplificando la gestione fiscale e l’esercente non sarà tenuto a stamparlo, a meno che non lo richieda espressamente il cliente. Ogni anno in Italia vengono stampati oltre 30 miliardi di scontrini, per un totale stimato di 1.500 tonnellate di carta termica non riciclabile, il 90% dei quali viene gettato entro pochi minuti.
Le nuove disposizioni dell’Agenzia delle Entrate, dunque, vanno verso la piena digitalizzazione del commercio al dettaglio portando, così, anche l’Horeca ad entrare pienamente nell’era del cloud: sono previste ricadute dirette su oltre 1,2 milioni di attività commerciali, di cui 340.000 nel settore ristorazione.
Abbiamo chiesto ad Alessandro Klun, giurista in materia di legislazione ristorativa autore del libro “A cena con diritto” a cosa va incontro il gestore se non si adegua alle disposizioni:
«Dal primo gennaio 2026 l’obbligo di scontrino digitale diventa vincolante per bar, ristoranti, alberghi. In pratica, POS e registratore telematico dovranno dialogare tra loro, garantendo la memorizzazione e la trasmissione corretta dei corrispettivi giornalieri e dei pagamenti elettronici. Se un gestore non si adegua a queste disposizioni, rischia conseguenze piuttosto serie, che vanno da 1000 a 4000 euro nel caso di mancata installazione o mancato collegamento del registratore telematico. Nel caso di emissione di scontrino o documento commerciale infedele o non conforme, la sanzione sarà pari al 90% dell’imposta evasa. Nel caso poi di mancata memorizzazione o trasmissione dei corrispettivi, la sanzione sarà addirittura pari al 90% dell’IVA relativa all’importo non documentato, con un minimo di 500 euro per periodo. Il consiglio è quello di adeguare per tempo software e registratori telematici, verificando la compatibilità con il POS. Tenere traccia di eventuali malfunzionamenti tecnici, con segnalazione e manutenzione certificata. E nel caso poi di errori, si può sempre ricorrere al ravvedimento operoso con riduzione delle sanzioni se si regolarizza spontaneamente. È prevista poi la sospensione dell’attività se l’omissione si ripete, cioè se ci sono più violazioni in un certo arco di tempo temporale».
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