Via libera ai movimenti fra regioni italiane e agli spostamenti fra stati europei almeno con quelli che lo consentono. L`italia riapre, dunque, definitivamente i battenti a distanza di quasi due mesi dalla serrata, ma vediamo qual é lo stato dei fatti. A venti giorni circa dalla riapertura per gli esercizi commerciali, si possono tirare le prime somme e i conti non tornano.
Per il 28% delle imprese che hanno tirato su le saracinesche, rimane elevato il rischio di chiudere definitivamente a causa delle difficili condizioni di mercato, dell’eccesso di tasse e burocrazia, della carenza di liquidità. È quanto emerge da un’indagine di Confcommercio, nei settori ristorazione e bar e altre attività del commercio al dettaglio e dei servizi. Non è un quadro rassicurante, a cui si aggiunge l’ancora meno incoraggiante situazione del settore turistico che a partire da oggi dovrebbe riprendere il volo.
Inizialmente il Governo aveva pensato a voucher da 500 euro a famiglia spendibili nelle strutture italiane, con un plafon di spesa di circa 4 miliardi di euro. L’idea però non ha convinto per nulla gli operatori turistici. Ad essere in fibrillazione é l`intero settore italiano dell’Hotellerie. La speculazione, infatti, non risparmia neanche il settore alberghiero. A Taormina sono oltre una decina le strutture messe in vendita: dal piccolo bed&breakfast al grande albergo.
Come fare, dunque, per non affondare?
La sicurezza resta un imperativo categorico. Federturismo sta lavorando ad nuovo Protocollo Sanitario di prevenzione e monitoraggio dei clienti, omogeneo a livello nazionale per tutto il settore hôtellerie. Anche il ramo delle aree benessere, centri massaggi e SPA deve essere ripensato, offrendo per questi Wellness hotel – servizi sanitari “no contact” come aree di ossigenazione, di ionizzazione o simili. Svolta anche per i Luxury Hotel che viaggiano verso la conversione in “Health Hotel” strizzando così l`occhio ad una clientela over 65, che richiederà sempre più una hotellerie di lusso, discretamente integrata con servizi di prevenzione sanitaria. In tal senso, il segmento Luxury potrà essere tra i primi a ripartire, rispetto al segmento Mid Scale e agli Economy.
Un`Italia che prova a rimettersi in piedi insomma, con l’auspicio che una parte dei famosi Recovery Fond vengano destinati al settore turistico e a quello della ristorazione, che insieme rappresentano una voce importante del PIL italiano.