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RedazioneA Roma e Milano si è riunito il club degli chef dei capi di stato. Lallier Champagne presente in diverse tappe, quella conclusiva a sostegno della cena di beneficenza al Principe di Savoia.
«Se la politica divide gli uomini, una buona tavola li riunisce sempre». Se è vero che quasi tutte le decisioni più importanti della storia sono state prese a tavola, la responsabilità dei cuochi e dei professionisti della cucina è lì da vedere. È questo il motto del Club des Chefs des Chefs, circolo di élite gastronomica che dal 1977 riunisce quei cuochi che soddisfano un solo criterio: essere chef personali di un capo di stato (o executive chef del luogo che ospita i ricevimenti di stato).
Ideato dal designer Gilles Bragard tra le mura del ristorante del leggendario Paul Bocuse, il CCC ha tra i suoi principali scopi quello di promuovere le tradizioni culinarie nazionali e proteggerne le origini, oltre a consolidare una rete di scambio e cooperazione trai membri (oggi arrivati a trenta, incluso lo chef del Palazzo del Quirinale, Fabrizio Boca): per questo motivo, il club si riunisce con cadenza annuale in sedi itineranti (nel 2023 a Washington, quest’anno svolto in Italia), e con maggior frequenza organizza cene a scopo benefico.
A sostegno di queste iniziative e condividendone le filosofie di pura ricerca dell’eccellenza e sincera passione, Lallier Champagne ha scelto di essere partner del club, giocando un ruolo da protagonista anche nel corso di una serie di cene di gala svoltesi tra Roma e Milano, che hanno visto il loro culmine al Principe di Savoia lo scorso 5 ottobre: circa 250 persone hanno presenziato e contribuito alla Fondazione Francesca Rava, attivamente impegnata nella gestione di un ospedale pediatrico nel difficile contesto di Haiti.
Nel corso della mattinata, come connubio eccellente tra lo spirito del Club des Chefs des Chef e la tradizione di Lallier, si è tenuto un incontro divulgativo sulla gamma e sul prodotto dell’azienda, che dal 2020 è parte del portfolio Campari Group: a guidare la conversazione di fronte agli chef dei Capi di Stato di tutto il mondo è stato Giuseppe Vaccarini, fondatore e presidente di ASPI, l’Associazione della Sommellerie Professionale Italiana.
Vaccarini ha presentato agli chef R.020 Multi-Vintage Brut, la decima cuvée della collezione Réflexions, che incarna l’originale filosofia enologica di Lallier, risultato dell’unione di natura, artigianato e menti creative: un approccio enologico contemporaneo, per rimanere fedele al carattere individuale della vendemmia del singolo anno. Si tratta di una prima volta nel panorama della collezione Réflexions, in quanto è lo Chardonnay a dominare l’assemblaggio con il 51%, proveniente da uve frutto di oltre 50 cru della Côtedes Blancs, della Côte de Sézanne e di Montgueux, intensi aromi di fiori bianchi, sentori di agrumi freschi, e note minerali di salinità. Nuovissima anche la bottiglia moderna ed elegante, che riflette il profondo legame della Maison con il terroir e l’impegno verso la natura. All’altezza, è il caso di dire, di un Capo di Stato.
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