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La Gen Z consuma ancora alcol o è davvero sobria?

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Le abitudini dei più giovani svelate da CGA by NIQ tra social media e voglia di sperimentare. Orientati sì alla moderazione, ma ancora non rinunciano del tutto all’assunzione di alcol. In Italia, solo il 24% della Gen Z ha diminuito il consumo rispetto a un anno fa. Tra le preferenze vincono i cocktail (46%), possibilmente “instagrammabili”.

Quando si parla di alcol, la Gen Z viene spesso etichettata come “Generazione sobria”, ma i dati mostrano una realtà molto più complessa. A proporne una fotografia è CGA by NIQ che, nella sua indagine globale “On Premise User Survey (OPUS)”, ha rivelato come la tendenza di questa fascia d’età verso la moderazione al consumo di alcol sia in realtà una semplificazione eccessiva.

Infatti, sebbene questa generazione sia effettivamente più aperta alle alternative No/Low alcol – come segnalato dal 21% dei giovani a livello globale contro il 17% della media mondiale – allo stesso tempo,se confrontata con il consumatore medio globale (- 20pp), rappresenta la fascia d’età che ha ridotto di meno l’assunzione di alcol rispetto a un anno fa (- 16pp), insieme ai Millenials (-14pp).

Dati che dunque delineano una realtà dalle molteplici sfumature e sfaccettature, confermando anche le tendenze che solitamente vengono associate a questa generazione, fra tutte lo zebra striping – ovvero l’alternanza di bevande alcoliche e non alcoliche nel corso della stessa serata.

E nel Bel Paese? La situazione non si discosta molto da quella mondiale: il 17% dei giovani italiani contro il 9% della media dichiara di optare per alternative a bassa o nulla gradazione alcolica. Per quanta riguarda il consumo di alcol, invece, solamente il 24% della Gen Z afferma di aver diminuito le dosi (rispetto al 32% dei consumatori complessivi), mentre il 46% non cambia la quantità consumata rispetto a un anno fa, il 13% beve di più e il 17% non beve affatto.

Gen Z e le uscite nel fuori casa: un binomio che cambia il mercato
Aperto alla socialità e intenzionato ad aumentare le uscite: è il 38% del campione ad affermare di voler visitare con più frequenza i locali nei prossimi tre mesi – elementi, questi, che rendono i membri della Gen Z i principali consumatori nel fuori casa.

Non a caso, bar, ristoranti e caffè, sono ormai parte integrante della vita quotidiana della Gen Z globale, frequentati dai tre quarti (72%) settimanalmente (+ 16pp in più rispetto alla media), e il numero è ancora più alto in Italia dove si raggiunge l’82%.  Per molti di loro, infatti, il primo contatto con i brand di bevande alcoliche avviene proprio nel fuori casa, rendendolo un ambiente fondamentale per coinvolgere e fidelizzare questa fascia di consumatori.

Ad emergere, anche la preferenza della tarda serata per vivere i propri momenti di convivialità con gli amici: è infatti il 19% dei giovani a livello mondiale a dichiarare di uscire più tardi rispetto a un anno fa – un dato nettamente superiore se paragonato alla media generale (11%). Bar, club notturni e discoteche – contesti fortemente associati al consumo d’alcol – si rivelano dunque i punti di ritrovo prediletti. Questa abitudine contribuisce quindi a spiegare il perché – tra tutte le generazioni –, i nati tra il 1997 e il 2012 non abbiano ridotto in modo così significativo il consumo d’alcol.

Social Generation: consumare per piacere online
Composta da circa 2 miliardi di persone, la Gen Z non è solo la più numerosa, ricca e diversificata della storia, ma è anche la più connessa, essendo la prima generazione ad essere nativa digitale, cresciuta a smartphone e social media. I profili social sono diventati fondamentali: è qui dove ci si espone e si è esposti alle scelte di consumo non solo dei locali “cool” da frequentare ma anche quali drink scegliere per la serata.

A confermarlo le rilevazioni di CGA by NIQ: a livello globale, tre giovani su cinque ammettono di ispirarsi ai contenuti condivisi sui social da amici e conoscenti per decidere dove mangiare o bere. Inoltre, quasi la metà (46%) sceglie il proprio drink in base alla sua “instagrammabilità”, privilegiando ciò che appare più accattivante e condivisibile sui social.

I cocktail superano la birra: le scelte della GenZ Italiana
Ma cosa beve la Gen Z? In Italia, quasi 1 consumatore su 2 (46%) opta per i cocktail mentre la birra è la seconda opzione con il 37% delle preferenze. Una scelta curiosa considerando che i cocktail sono in genere più costosi della birra e che stiamo parlando della porzione della società che, in genere, ha un reddito più basso a disposizione.

Ancora una volta la chiave di lettura viene fornita dall’importanza dei social: il desiderio di condividere, con i follower, bevande che possano valorizzare la propria immagine e reputazione online prevale sulla spesa. Allo stesso tempo, questa fascia d’età è spinta dalla curiosità di scoprire nuovi gusti e brand come confermato dal 51% degli italiani.  

«Nonostante la percezione diffusa di una “generazione sobria”, i giovani della Gen Z mostrano un rapporto con il consumo di alcol pressoché in linea con quello delle altre generazioni, mantenendo un equilibrio tra moderazione e occasioni di socialità – ha commentato Beatrice Francoli, Sales Account Development di CGA by NIQConnessa, curiosa e attenta all’estetica, la Gen Z sta al tempo stesso ridefinendo le dinamiche del bere fuori casa. Per continuare a coinvolgerla è essenziale comprendere le sue abitudini, valorizzare l’esperienza nei locali e saper raccontare prodotti che siano autentici, innovativi e soprattutto pensati per essere condivisi sui social media».

Il presente comunicato stampa include dichiarazioni di carattere previsionale che riflettono le attuali aspettative e proiezioni di NielsenIQ (NIQ) sulle tendenze future del mercato e sul comportamento dei consumatori. Tali dichiarazioni si basano sulle informazioni disponibili e su ipotesi ragionevoli, ma sono soggette a rischi e incertezze che potrebbero determinare risultati effettivi differenti. NIQ non si impegna ad aggiornare tali dichiarazioni, salvo quanto richiesto dalla legge.

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