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RedazioneA proposito di consumi fuoricasa facciamo un focus sul momento della colazione, un trend che vede coinvolto circa il 70% degli italiani, di questi il 14,5% frequenta il bar per la colazione 3 o 4 volte a settimana, mentre l’11,2% lo fa tutti i giorni, dedicando per la prima colazione un tempo medio di 15 minuti.
Molti italiani vedono la colazione al bar come un momento di piacere e socialità, con il 66% che considera il bar un luogo dove condividere esperienze. Atti di consumo in aumento: il primo semestre 2025 registra un aumento dell’1,7% rispetto al primo semestre del ‘24, questi i riscontri puntuali di Formind che stima – per il momento della colazione in Italia nel fuoricasa – un giro di affari complessivo di oltre 6 mld di euro. Numeri che ci dicono che il momento di consumo della colazione rappresenta un’esperienza, un’occasione di fidelizzazione per i gestori dei bar italiani.
Le indagini dicono che i clienti italiani e internazionali sempre più cercano esperienza di consumo superiore, prodotti curati possibilmente “instagrammabili” oltre che nutrienti e coerenti con il proprio stile di vita. Pertanto, per chi lavora nell’HoReCa, questo momento della giornata si sta rivelando un driver di business ad alto potenziale, con margini interessanti. Per gli esperti la colazione va progettata su misura per le esigenze dei clienti.
Ecco alcune tendenze da tenere d’occhio
La prima tendenza è Healthy, ma con gusto: oggi il cliente non vuole rinunciare al piacere e al benessere. La colazione healthy è diventata una richiesta trasversale che va dai turisti internazionali e arriva fino al cliente locale fidelizzato.
Altro trend sono i prodotti artigianali, magari a km 0: “fatto a mano” e “fatto vicino” non sono più cliché, sono valori chiave nella percezione del cliente. L’artigianalità, pertanto, premia anche nella colazione sia dolce che salata. Ad esempio, croissant con lievito madre e farine Bio oppure marmellate artigianali con frutta italiana di stagione. Anche il Plant-Based strizza l’occhio alla colazione e non è più visto come un’alternativa, ma una scelta di stile. La cucina vegetale non è più una nicchia. Nella colazione è sinonimo di inclusività, sostenibilità e modernità. Il cliente flexitariano oggi vuole scelte vegan, belle da vedere e buone da gustare e qui le proposte vincenti sono: pancake vegani con avena e sciroppo d’acero oppure toast con hummus, avocado e semi oleosi.
E se il food cambia, anche il beverage mattutino si evolve. Non basta più offrire cappuccino e spremuta, il 2025 premia chi investe in una “Breakfast Drink List” strutturata, stagionale e orientata al benessere. Le bevande che funzionano: Golden milk, matcha latte, chai con avena; cold brew aromatizzati (zenzero, agrumi, cannella); smoothies proteici con latte vegetale e frutta Bio.
Novità a parte, però, il caffè resta sempre in cima ai consumi, così come – nonostante il nuovo che avanza – il primato assoluto del drink preferito al momento della colazione è il caro vecchio cappuccino, così famoso e consumato che vanta una vera e propria ricetta certificata a cura dell’Istituto Espresso Italiano.
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