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Giornata Nazionale del Made in Italy
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Redazione
Al Birrificio Angelo Poretti il talk istituzionale di Carlsberg Italia dedicato all’agricoltura rigenerativa
Entro il 2030, l’obiettivo è arrivare all’approvvigionamento del 30% delle materie prime da pratiche agricole rigenerative. In Italia, nel 2024, ogni dipendente di Carlsberg Italia ha generato 35 posti di lavoro medi su tutta la catena del valore. Sostenibilità e localismo i driver per sostenere la crescita del comparto.
In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy – promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’obiettivo di celebrare l’Italia che crea, che produce eccellenze e costruisce il futuro tracciando nuove strade con ingegno e passione – Carlsberg Italia presso il Birrificio Angelo Poretti ha ospitato un talk istituzionale per discutere e tracciare una nuova rotta della filiera brassicola e del sistema agroalimentare italiano.
Olivier Dubost, Managing Director di Carlsberg Italia, ha sottolineato il contributo che un’azienda come Carlsberg Italia, dalla duplice anima – globale e locale – riesce a dare al sistema Paese: «Grazie al nostro Birrificio Angelo Poretti abbiamo un’anima fortemente locale: nell’ultimo anno abbiamo contribuito a creare oltre 6.000 posti di lavoro nel sistema Paese e abbiamo stimato che ogni persona che lavora in Carlsberg Italia abbia generato circa 35 posti di lavoro medi per dipendente, su tutta la catena di valore, un contributo concreto a sostegno del Made in Italy».
L’evento è stato l’occasione per discutere, con esperti del settore, istituzioni e giovani studenti, dello stato di salute dell’agricoltura, dal momento che la birra è anzitutto un prodotto agricolo: le sue principali materie prime (orzo, malto, luppolo….) vengono da aziende agricole e il modo in cui queste aziende sono gestite ha un impatto importante sul pianeta. Il comparto agroalimentare, infatti, ha per sua natura un impatto sul clima e sulla biodiversità: l’agricoltura è responsabile dell’11% di tutte le emissioni di gas serra nell’UE e di oltre il 20% delle emissioni del Gruppo Carlsberg nell’intera catena del valore. Al contempo, il settore, oggi, sta affrontando sfide crescenti – come l’aumento della domanda, i rischi legati al clima e alle risorse sempre più limitate, oltre che l’urgenza di ridurre le emissioni – e svolge un ruolo fondamentale per la società e i produttori di birra.
Un quadro che ha spinto il Gruppo Carlsberg a impegnarsi per promuovere un sistema agricolo più resiliente e il più possibile locale attraverso una leva strategica precisa, l’agricoltura rigenerativa, una pratica che ha l’obiettivo di preservare e ripristinare la salute del suolo, mettendo al primo posto la biodiversità e aumentando l’efficienza idrica.
Ha aperto i lavori, con un video-messaggio, il Presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, on. Mirco Carloni: «Un tema importante e attuale sono le filiere che possono essere stimolate dalla produzione di birra. In particolare, penso alla produzione del luppolo, a quella dell’orzo e alla maltificazione: sono dei sistemi che ancora possono essere ampiamente implementati in Italia offrendo l’opportunità di una nuova rotazione all’agricoltura tradizionale. Soprattutto, possono creare valore aggiunto nel mondo agricolo, anche attraverso il lavoro dei grandi birrifici come Carlsberg e il suo Birrificio Angelo Poretti, a cui va un forte ringraziamento per il grande lavoro che fanno per far conoscere la birra italiana».
Maria Chiara Gadda, Vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha dichiarato: «Il caso di Carlsberg e del Birrificio Angelo Poretti è esemplificativo di come è possibile internazionalizzare le aziende mantenendo un radicamento, un’identità territoriale. Questo è fondamentale anche nell’ottica di creare delle politiche di filiera, perché l’agricoltura rigenerativa e, in generale, l’agricoltura italiana ed europea necessitano di politiche di aggregazione. Per sviluppare le filiere agricole del Made in Italy non c’è altra via se non quella di creare collaborazioni positive all’interno, appunto, della filiera con chi trasforma la materia prima, con chi la immette sul mercato. Quindi, le politiche di filiera che Carlsberg sta facendo sono assolutamente coerenti anche con gli indirizzi che i bandi nazionali, le strategie nazionali ed europee stanno mettendo in campo, perché l’agricoltura può cogliere, in questa fase storica, molte opportunità».
«L’agricoltura rigenerativa sta guadagnando attenzione in Italia come approccio per affrontare le sfide della sostenibilità agricola, della salute del suolo e dei cambiamenti climatici. In particolare, prevede la combinazione di diverse pratiche da adottare simultaneamente per aiutare a rendere le materie prime prodotte in Italia sempre più di alta qualità, sostenibili e rispettose dell’ambiente. Il CREA contribuisce alla transizione in tal senso attraverso la ricerca scientifica, la divulgazione, la formazione e la partecipazione a progetti specifici e collaborazioni, con l’obiettivo di esplorare nuove tecniche e pratiche che migliorino la salute del suolo e la sostenibilità agricola», ha dichiarato Andrea Rocchi, Presidente del CREA.
Alla luce dello stretto legame tra Carlsberg e la Danimarca, sua terra di origine, hanno partecipato al talk anche Anette Christiansen, Capo Affari Ambientali del Consiglio per l’Agroalimentare Danese e Francesca Zaccarelli, AgriFood Senior Expert dell’Ambasciata di Danimarca.
Anette Christiansen ha portato la prospettiva della Danimarca, evidenziando che «Il Gruppo Carlsberg è uno dei primi che effettivamente ha applicato principi di agricoltura rigenerativa e che ha adottato questo approccio per tutta la filiera in un Paese dove il 61% del terreno è dedicato all’agricoltura e l’11% di queste attività agricole è organica, cioè biologica. L’attenzione al suolo non è mai stata al centro del dibattito, oggi invece lo diventa grazie all’agricoltura rigenerativa, con un’attenzione particolare a temi come, per esempio, la fertilità, la salute del suolo, il cover crop o il tema della biodiversità».
Francesca Zaccarelli ha ricordato che «Lo scorso dicembre in Danimarca la politica è scesa in campo a favore dell’agricoltura rigenerativa: è stato infatti approvato un accordo tra società civile, produttori e Governo, un compromesso storico per la riduzione delle emissioni attraverso misure di agricoltura rigenerativa. La Carbon Tax che deriva da questo accordo spinge gli agricoltori e allevatori a diminuire le emissioni per ogni tonnellata di CO2 equivalente emessa. I proventi della Carbon Tax tornano al settore agricolo tramite investimenti verdi, gli allevatori possono abbassarla gradualmente, implementando misure di agricoltura rigenerativa. Nonostante gli investimenti iniziali e le spese correnti, i vantaggi a medio e lungo termine porterebbero ad un aumento teorico dei profitti fino al 40%, grazie all’aumento della resilienza e delle rese e alla riduzione dei costi. Inoltre, si può considerare un risparmio di 40 euro per ettaro grazie a minori costi di lavorazione del terreno e un ulteriore incremento del 15% di convenienza economica ottenuta con la pacciamatura e la rotazione della leguminose, per un totale di 310 euro per ettaro risparmiati».
Sul tema sostenibilità e materie prime locali sono intervenuti Christian Garavaglia, Docente di Economia presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e Consigliere Regionale, Regione Lombardia e Serena Savoca, Marketing & Corporate Affairs Director di Carlsberg Italia.
Christian Garavaglia ha dichiarato: «Nell’ambito di una recente ricerca, il 21% dei consumatori di birra è disposto a pagare fino al 10% in più del prezzo per poter acquistare un prodotto biologico. A sostegno di questo trend, Regione Lombardia investe con diverse linee di intervento, ad esempio con il bando SRA 2025 che mette a disposizione 38,7 milioni di euro per sostenere attività nell’ambito agroambientale destinate a sostenibilità, agricoltura biologica e rigenerativa. La sfida futura per la Lombardia è sviluppare una catena del luppolo “Made in Italy”: è un progetto che sta iniziando a svilupparsi in modo importante e interessante».
«Carlsberg è tra le aziende pioniere in campo sostenibilità: in Italia, da ormai quattordici anni pubblichiamo il report ESG che si rifà alla strategia di Gruppo Together Towards ZERO and Beyond, impegnandoci a rispondere alle sfide globali che coinvolgono oggi tutte le aziende, comprese quelle ambientali, gestendo in maniera responsabile il nostro impatto. Nel 2023 è stato aggiunto un nuovo pilastro alla strategia di sostenibilità, che ha l’obiettivo di ottenere il 30% dell’approvvigionamento delle materie prime da pratiche agricole rigenerative entro il 2030, per arrivare al 100% entro il 2040», ha dichiarato Serena Savoca, Marketing & Corporate Affairs Director di Carlsberg Italia.
A chiudere l’incontro Andrea Borello, creator e divulgatore esperto di sostenibilità, che ha stimolato una riflessione sugli effetti del climate change e sull’urgenza di applicare misure urgenti per contrastare questo fenomeno.
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