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RedazioneCensis, in collaborazione con CAMST, ha presentato lo studio “Il tempo e il cibo. La food obsession tra rappresentazione dei media e comportamenti di consumo”. Uno studio che mette a confronto la cronica mancanza di tempo per stare dietro ai ritmi della vita attuale con il desiderio degli italiani di ritagliarsi più tempo per quelle attività che le gratificano maggiormente, e fra queste un ruolo d’elezione per gli italiani ce l’hanno quelle con al centro il cibo, dai pasti alla pratica del cucinare.
Infatti, la convivialità a tavola è particolarmente apprezzata dagli italiani, percepita come un formidabile motore di benessere soggettivo poiché antidoto, reversibile ma potente, all’accelerazione dei ritmi di vita e all’intasamento dei tempi.
Ma quali sono i punti di domanda centrale ai quali il rapporto Censis-Camst dà le risposte. Lo abbiamo chiesto a Sara Lena ricercatrice Area Consumi, Mercati e Wekfare del Censis.
Ci può dire quali sono i punti di domanda centrali ai quali questo vostro studio risponde?
«I principali punti di domanda a cui risponde il rapporto Camst-Censis sono: qual è il rapporto degli italiani con il tempo nella digital life? Il digitale ha migliorato la vita degli italiani? E, in particolare, quanto tempo gli italiani dedicano al cibo? Il primo passo è stato l’analisi dell’impatto del digitale sulla vita quotidiana: il 53,3% degli italiani pensa che il digitale abbia accelerato il ritmo delle attività del quotidiano e il 73,9% dichiara che grazie al digitale svolge più attività contemporaneamente; tale dinamica avrebbe potuto aumentare il tempo libero delle persone, tuttavia il digitale ha esercitato un’attrazione fatale perché le persone hanno intensificato le attività sino a saturare di nuovo il loro tempo e finendo per avere la percezione di non avere mai abbastanza tempo; ecco quindi che per il 52,8% degli italiani poter fare le cose velocemente non ha migliorato la qualità della vita. Questo contesto spiega perché è nato in parallelo il desiderio di rallentare con l’obiettivo di vivere meglio ed è cresciuto anche il desiderio di dedicare più tempo a sé stessi e alle attività che piacciono. Ecco la dinamica essenziale del nostro tempo: cresce il desiderio di una nuova lentezza che si scontra con i ritmi di vita imposti dal digitale».
Il tempo e il cibo, com’è vissuto dagli italiani e che valore ha?
«Tra i momenti in cui recuperare lentezza per gli italiani sono importanti le attività relative al cibo: oggi in Italia c’è un’amplificata attenzione al cibo, ad esempio c’è una corsa verso le informazioni. L’84,2% degli italiani dichiara di cercare informazioni sul cibo nel web e nei social. Se gli italiani dedicano tanto tempo all’informazione online, il tempo che riescono a dedicare al cibo nella vita concreta non è quello che vorrebbero: l’87,9% desidera infatti più tempo per le occasioni di convivialità a tavola, il 69,3% per dedicarsi alla cucina e ancora il 69,2% per fare bene la spesa alimentare. Le attività intorno al cibo rappresentano per gli italiani un’oasi di quiete in un universo sociale forsennato in cui sono immersi e da cui hanno assoluto bisogno di distaccarsi sia pure in modo transitorio e in questo contesto tra i lavoratori la pausa pranzo è molto più che un semplice intermezzo da restringere al minimo, è un momento di benessere personale e per l’87,7% è un momento importante che migliora anche la produttività del proprio lavoro meglio se svolto in una location gradevole, ad esempio per le aziende che dispongono di una mensa aziendale questa, secondo i lavoratori, dovrebbe evolversi in una sorta di caffetteria all’italiana cioè una location in un’azienda multifunzionale in cui è possibile accedere a pasti personalizzati, sostenibili, in cui poter coltivare relazioni e accessibile durante l’intero orario di lavoro. In definitiva un’oasi in cui è possibile stare bene nei momenti di sospensione dell’attività lavorativa».
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