Digitalizzazione e rivoluzione verde. Innovazione e inclusione. Sono alcune delle parole chiave contenute nel piano per la Fase 3 che la task force guidata da Vittorio Colao ha presentato alla presidenza del consiglio dei ministri. Sei i macrosettori individuati, con relativi obbiettivi da raggiungere. Ma vediamo quali sono gli interventi previsti per il settore turistico. Il documento parte dalla stagione 2020, da notare però l’assenza di una specifica scheda operativa che detti le misure da applicare. Dal punto di vista economico si punta sulle agevolazioni per le attività turistiche così da scongiurare un calo dell’occupazione.
L’idea è quella di creare un presidio governativo ad hoc focalizzato sul rilancio del settore, elaborando un vero e proprio Piano Turismo. Il Governo, dal canto suo, dovrebbe finanziare, anche con crediti fiscali, la riqualificazione delle strutture ricettive, alzando l’asticella degli standard qualitativi delle strutture stesse. Altra proposta è quella di utilizzare per uso turistico beni immobiliari di valore storico e artistico, istruendo bandi di gara per la concessione di questi immobili ad uso alberghiero. Per incrementare il turismo, il piano Colao, punta a incentivare la bassa stagione, definendo con anticipo i calendari scolastici.
Largo anche allo sviluppo di nuovi prodotti turistici, come l’enogastronomia e gli itinerari dello shopping. Altra necessità è quella di migliorare i trasporti e l’accessibilità alle località turistiche, a partire dai treni ad alta velocità e dagli aeroporti. Tante le direttive insomma, ma ben poche certezze per gli operatori e per gli turisti stessi.
Quel che è certo è che quella ormai alle porte sarà senza dubbio un’estate insolita segnata dalla convivenza con il virus. E tra le tante incognite create dall’emergenza sanitaria una cosa è certa: le vacanze saranno di prossimità, più lente, consapevoli e sicure. C’è un comparto dell’industria dei viaggi in Italia che più di ogni altro oggi sembra rispondere alle esigenze del viaggiatore, nel rispetto delle vigenti norme di sicurezza: l’ospitalità open air. Un settore che si candida come alternativa possibile per un nuovo modo di vivere la vacanza Made in Italy.
I dati dell’Osservatorio del Turismo Outdoor 2020 parlano chiaro: tra le diverse tipologie di vacanza all’aria aperta, il villaggio piace a ben il 58% degli intervistati, seguito subito dopo dal viaggio on the road (44%) e dalla casa mobile (42%). Bene anche il turismo sostenibile in crescita fra i desideri degli italiani in particolar modo nel post pandemia.