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Stagione estiva 2025, più ombre che luci

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La prima pubblicazione di questa nuova sessione non possiamo non dedicarla al turismo. Com’è andata la stagione 2025? Ebbene, i riscontri – e soprattutto i pareri – sono contrastanti: c’è chi parla di boom come il Governo, che parla di un aumento del 10% delle presenze nei primi quindici giorni di agosto (dato subito smentito dai proprietari di Hotel che hanno lamentato presenze in calo); così come c’è chi continua a parlare di over tourism, mentre abbiamo visto immagini con decine di stabilimenti balneari mezzi vuoti.

Cosa è successo: dalle polemiche sul caro ombrellone, al minor potere di spesa degli italiani, come sono andate esattamente le cose?

Ascoltiamo il commento di Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano Balneari di FIPE/Confcommercio:

«Come al solito, sono ormai 15 anni che la stagione estiva è caratterizzata da polemiche contro gli stabilimenti balneari. Da quando è sorta la Bolkestein con la possibilità di confiscare le aziende balneari, registriamo puntualmente una polemica di questo tipo. È evidente a nostro avviso che molti italiani non hanno fatto vacanza, milioni di italiani non sono andati all’estero o in montagna semplicemente le città italiane da Milano a Torino, erano piene di italiani che purtroppo hanno rinunciato alle vacanze. Del resto a giugno c’è stato il report della Caritas che ha certificato che circa 6 milioni di italiani, il 10% della popolazione è in povertà assoluta: questo è il dato che dovrebbe far riflettere. Dire che l’ombrellone è aumentato del 5-6% o 10% significa pochi euro, su € 30/40/50/60 anche se tra l’altro la maggior parte degli stabilimenti balneari pratica delle tariffe attorno ai € 20-25, però € 3/4/5 non possono aver fatto la differenza. Quindi, aver polemizzato ancora una volta contro gli stabilimenti balneari significa aver tentato ancora una volta di colpevolizzare questa categoria addebitando agli stabilimenti balneari un problema che è grave che è quello appunto della scarsa capacità di spesa delle famiglie italiane. Distogliere l’attenzione da questo problema è stata un’operazione furbesca, è un tentativo che a nostro avviso non è riuscito perché le famiglie italiane sanno bene che il problema riguarda le bollette e i mutui da pagare».

Ebbene, ad Antonio Capacchione abbiamo anche chiesto: cosa bisogna fare di concreto per sostenere e valorizzare questo comparto?

«A nostro avviso bisogna aumentare l’offerta turistica sia aumentando le spiagge attrezzate sia anche rendendo le spiagge libere non un ricettacolo di immondizia o prive di servizi anche di quelli essenziali. Noi abbiamo fatto una proposta molto chiara da anni, purtroppo, inascoltata: i canoni demaniali restino ai Comuni con vincoli di destinazione per la tutela e la valorizzazione della costa in modo particolare per rendere le spiagge libere, spiagge attrezzate e fruibili perché moltissime spiagge libere non sono neanche fruibili per la retrostante proprietà privata; i Comuni non hanno risorse per realizzare servitù di passaggio, stradine di accesso soprattutto per attrezzare le spiagge libere con servizio di salvamento, con servizi igienici almeno quelli essenziali. Questa proposta purtroppo finora non è stata accettata, ci aspettiamo e ci auguriamo che il Governo la recepisca e, quindi, che si passi dalla propaganda per la solita polemica contro i balneari ad una soluzione riformista che rende la spiaggia italiana ancora più competitiva e fruibile non solo dagli stranieri ma anche dagli italiani».

Il presidente dei balneari – in merito all’accusa del caro ombrelloni – non ha tutti i torti, infatti, stando alle rilevazioni ISTAT, non è quello il problema, gli aumenti maggiori sono stati rilevati sui voli nazionali, a luglio + 35,9% rispetto a luglio 2024, traghetti + 10,9%, autonoleggio +9,9%. Insomma, viaggiare costa, almeno nei mesi di punta (luglio-agosto), anche per questo si registra uno spostamento dei flussi turistici nei mesi di bassa stagione. Lo afferma anche Nico Gronchi presidente di Confesercenti: «Quest’anno c’è stato uno spostamento di una quota importante di giorni di ferie prima a giugno e poi a settembre, una scelta determinata dall’obiettivo di risparmiare.  Insomma possiamo definire questa del 2025, l’estate del risparmio».

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