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RedazioneProfessioni e occupazione del mondo Horeca, un settore che – nonostante veda ancora una cronica mancanza di personale, dal punto di vista occupazionale, secondo l’ultimo Rapporto Ristorazione della Fipe – mostra segnali positivi con il numero di occupati che ha raggiunto 1,5 milioni di unità, segnando un incremento del 5% rispetto al 2023.
Questo trend positivo si allinea perfettamente con le previsioni di Excelsior di Unioncamere, che stima un fabbisogno occupazionale tra 550.000 e 680.000 lavoratori nel quinquennio 2024-2028.
Come cavalcare questo trend? Da dove si parte per individuare e formare le persone giuste con le giuste competenze?
Lo abbiamo chiesto a un autentico esperto in materia, Stefano Pregel – Head Of Vertical Horeca Manpower Group:
«È vero, un milione e mezzo di unità in più di occupati, un incremento del 5%. Nel 2023, lo voglio ricordare a chi se l’è dimenticato, ci sono stati 2mln di dimissioni spontanee dal posto fisso e nel 2024 il dato è a 3 mln di persone che mollano il posto di lavoro per fare nuove esperienze. Poi, se andiamo a vedere l’occupazione, il trend diventa positivo perché comunque è tutta gente che si ricolloca, è comunque un turnover che è diventata una costante: i giovani hanno meno paura rispetto al passato di dare le dimissioni, di cambiare, fare esperienze, di formarsi in altri campi. Le aziende dichiarano ancora oggi una talent shortage importante che sta quasi raggiungendo l’80%. La domanda è complessa, io la smarco dicendo che si parte dall’importanza di conoscere oggi il nuovo mercato delle risorse umane molto diverso da quello pre-pandemia quindi le aziende devono comunque pensare che hanno un altro interlocutore rispetto al passato».
Non solo stipendi, ma motivazioni e gratificazioni personali. E allora, su quali leve agire per far crescere il personale e renderlo più felice?
«Quale leva… In un contesto dove la carenza di lavoratori qualificati è in crescita, nel mio piccolo penso che bisogna essere in grado di risultare attraenti e interessanti ai lavoratori, banalmente, specie quelli più giovani che rappresentano il futuro del lavoro e dobbiamo anche ricordare che la generazione Z entro il 2030 costituirà il 58% della forza lavoro globale, quindi, la soluzione è che le persone oggi sono alla ricerca di datori di lavoro che riconoscano l’importanza di un work-life balance più sano e che aiuti l’azienda a raggiungere questo bilancio e i bilanci si raggiungono attraverso le leve che tu hai appena detto ma io credo molto nei percorsi di formazione e quindi per essere attraenti bisogna comunque offrire un progetto dedicato».
Pienamente d’accordo con quanto ha dichiarato Stefano Pregel, vediamo quali sono le figure maggiormente richieste nel settore della ristorazione e dell’ospitalità (da una ricerca di CAST – Istituzione Italiana di Arti Culinarie e Ospitalità): chef, manager dell’ospitalità e addetti alle vendite. Ma le previsioni indicano una crescente domanda per profili con competenze specifiche in ambiti come il marketing, le relazioni esterne internazionali, il digitale e la sostenibilità, competenze diverse che di fatto riflettono la trasformazione in atto nel settore, sempre più orientato verso l’internazionalizzazione e la digitalizzazione.
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