T-shirt, borse, tazze e grembiuli da cucina: i consumatori britannici comprano oggetti brandizzati per aiutare le insegne del fuoricasa a superare il momento difficile. E nei gadget c’è più marginalità che in un piatto!
È così che nel Regno Unito si sostengono i ristoranti colpiti dalla crisi. Oltre a ordinare i propri cibi preferiti, i consumatori britannici hanno adottato un nuovo modo, decisamente cool, per dare una mano alle attività locali provate dalla pandemia di Covid-19: acquistare ogni sorta di merchandising dell’ insegna, con una particolare predilezione per le T-shirt. Se un tempo erano solo gli Hard Rock Cafè a distinguersi per l’abitudine dei clienti a collezionare magliette geolocalizzate in giro per il mondo, oggi è diventato di tendenza indossare un capo “firmato” dalla kebab house di quartiere o dal pizzaiolo dietro l’angolo. Lettering artistici e loghi colorati vengono sfoggiati con orgoglio dai clienti più fedeli, ma non solo. A fare tendenza, ormai, sono i prodotti in sé, oggetto anche di un collezionismo in crescita e in qualche caso, di episodi di reselling a caro prezzo.
In un mondo in cui Millennials e Generazione Z chiedono alle insegne una proposta di marca sempre più tridimensionale, che comprenda non solo un investimento sulla freschezza, l’originalità e persino la sostenibilità del cibo ma anche la cura della presenza sui social e l’allestimento di spazi instagrammabili, puntare su una linea di capi e accessori a marchio si rivela una scelta vincente, che i consumatori vivono come un modo di mostrare empatia al settore.