Come rimettere in moto il Food&Beverage, comparto vitale per l’Italia, capace di generare oltre 64 miliardi di euro di valore aggiunto? Questo, da oltre un anno, è il rompicapo di tutti gli operatori di un settore che ha saputo reggere meglio di chiunque altro il duro impatto della pandemia, riportando nel difficile 2020 una flessione tutto sommato contenuta. Certo è che la crisi dell’Horeca è coincisa con l’ascesa del delivery. Il food delivery ha generato un valore pari a 706 milioni di euro, con l’obiettivo quest’anno di compiere un ennesimo balzo in avanti e registrare un giro di affari di 1 miliardo di euro.
In generale, i dati del rapporto “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage” parlano chiaro. The European House – Ambrosetti ha condotto un sondaggio online diretto ai vertici manageriali e imprenditoriali di una selezione di imprese che congiuntamente fattura 20 miliardi di euro all’anno. Lo studio ha mostrato che il Covid, nel 2020, non si è fatto sentire negativamente sul fatturato di ben sette aziende su dieci. La situazione, però, a livello di canale è cambiata: se la GDO ha segnato un rialzo del 2,2%, l’Horeca al contrario ha subito una pesante contrazione pari al 36,5%, tornando ai livelli del 2002. Sul fronte e-commerce, lo scorso anno le vendite sul web del settore food&grocery hanno segnato una crescita del 56%. Il quadro generale delle vendite oltreconfine è stato positivo e il valore record di 46,1 miliardi di euro è risultato in crescita dell’1,8% rispetto al 2019. E, per la prima volta negli ultimi dieci anni, la bilancia commerciale italiana è risultata avere un saldo positivo pari a 3,1 miliardi di euro.