Liquidità, bonus, sussidi, sgravi fiscali e crediti d’imposta. Sono le misure prese dal Governo, in questi mesi, per provare a far ripartire l’Italia e venire incontro, fra gli altri, al martoriato mondo dell’Horeca fra i più colpiti dalla pandemia Covid.
Vediamo in sintesi quali sono le agevolazioni, dunque, che riguardano i settori del turismo e della ristorazione. Il Decreto Agosto ha concesso il prolungamento della Cassa Integrazione con l’aggiunta di ulteriori 18 settimane di assegno ordinario del Fondo di Integrazione Salariale fino al 31 dicembre 2020. Le imprese che non utilizzano gli strumenti di sostegno al reddito possono godere dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail. Per incentivare la ripresa delle assunzioni e del mercato del lavoro, agli imprenditori che assumono lavoratori subordinati a tempo indeterminato viene riconosciuto l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico.
Stessa cosa per le assunzioni a tempo determinato o con contratto di lavoro stagionale nei settori del turismo e degli stabilimenti termali. Alla ristorazione vanno 600 milioni di euro a fondo perduto per l’acquisto di prodotti da filiere agricole e alimentari, comprese quelle vitivinicole.
Il Decreto Rilancio aveva poi già concesso a ristoranti e bar di non dover sostenere la tassa di occupazione del suolo pubblico sino al 31 ottobre 2020. Alle attività economiche e commerciali che sono attive nei centri storici, è stato destinato un contributo a fondo perduto fino a 150mila euro nel caso in cui la perdita di fatturato sia uguale o superiore al 33% rispetto al 2019. Il Governo ha poi introdotto l’esonero della seconda rata Imu per gli immobili destinati a discoteche, sale da ballo, night-club e simili. Le tasse sospese nei mesi del lockdown andranno saldate in due anni, con 24 rate mensili. Raddoppia la quota di welfare aziendale esentasse che per l’anno d’imposta 2020 passa quindi a 516,46 euro.
Nota dolente restano gli affitti. Gli imprenditori, infatti, chiedevano canoni agevolati. Il credito, però, sarà concesso nella misura del 60% dell’ammontare mensile del canone a coloro che dimostrino ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente. Gli alberghi potranno, invece, usufruire di questa misura indipendentemente dai ricavi o compensi del periodo precedente.