Il mercato dei consumi fuoricasa – che in questo 2023 si ritrova seduto al tavolo dei ristoranti – ha un convitato di pietra che si chiama inflazione. Erano decenni che l’economia italiana non ne subiva gli effetti in maniera tanto corposa. Le politica a senso unico della BCE, che punta solo sull’aumento dei tassi di interesse, non dà i frutti sperati: i prezzi al consumo continuano a salire, mentre il potere di acquisto dei consumatori no.
In questo scenario alquanto critico si levano le proteste dei distributori Horeca, la Federazione Italgrob teme e denuncia ulteriori aumenti da parte dei produttori che andrebbero ad alimentare il circolo vizioso in atto. Spirale inflattiva dove anche molti ristoratori ci mettono del loro.
Un articolo de “Il Sole 24 Ore” punta il dito sul prezzo del vino al ristorante dove, secondo il quotidiano di Confindustria, soprattutto al calice ci sono aumenti fino al 400% sul prezzo di produzione, aumenti ingiustificabili, che riducono i consumi e rischiano di tagliare fuori una fetta di consumatori.
Vino e politica: il Governo prevede di implementare i sostegni per i produttori colpiti da fitopatie e insetti infestanti. Lo ha riferito il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che promette anche di proteggere il comparto vitivinicolo contro chi criminalizza il consumo di vino (il riferimento è alle famose etichette allarmistiche che si vorrebbero introdurre).
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