La crisi economica incide sui fatturati dell’Horeca, ma ci sono altre componenti da non sottovalutare perché un’attività sia vincente. Come le insegne di bar e ristoranti. Pare che in Italia, da Nord a Sud, 9 insegne su 10 siano poco accattivanti e non identifichino un brand del locale.
«Questo perché manca una mission. Un errore che in questo periodo di crisi può costare caro». A lanciare l’allarme Ilias Contreas, CoFondatore e Direttore dell’Osservatorio Bar Wars.
«Al momento, in Italia – spiega – possiamo classificare 4 tipi di insegne da evitare: quelle con descrizione generica, quelle con nome di battesimo, quelle con nome di fantasia e quelle con l’insegna-marchio».
Altro determinante fattore che incide sulla performabilità di un locale è la capacità di cogliere e soddisfare nuove tendenze di consumo come quello delle bevande analcoliche che sono il nuovo trend dei giovanissimi. Crescono, infatti, i ragazzi che a uno Spritz preferiscono le bibite “No Alcol”, oppure leggermente alcoliche.
All’impennata dei consumi corrisponde un volume di affari pari al 3,5% del totale delle bevande alcoliche in mercati considerati Top, come quello francese, tedesco, spagnolo, inglese, americano, canadese, sudafricano, giapponese e australiano. Il giro d’affari delle bevande de-alcolate oggi è poco al di sotto dei 10 miliardi di dollari americani.
Questo trend che non accenna a fermarsi ha fatto ipotizzare un tasso crescente dell’8% per ciascun anno, fino al 2025.
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