Spunti di Vista

Come lo smart working cambia l’Horeca

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Approfondiamo un tema, una dimensione del consumo food&beverage che è certamente una delle nuove variabili, almeno quella più sostanziosa, che la crisi da Covid ha fatto emergere o, quanto meno, ha accelerato nella sua emersione.

Parliamo dello smart working che sarà pur lavoro snello, agile e potrà favorire, come certo favorisce, un risparmio di costi per la gestione del personale – minor costi logistici, meno spazio negli uffici dove, a parità di rendimento, i vantaggi sono evidenti – ma tutto questo non aiuta, anzi penalizza di parecchio i consumi fuoricasa, i lavoratori-consumatori stanno a casa, quindi, mangiano a casa. Un fenomeno destinato a cambiare la geografia dei consumi fuoricasa, almeno un certo tipo di consumi.

Basti pensare che nel pre-Covid il 36% delle visite nei locali in sei Paesi Europei era dovuto alle occasioni di lavoro (dati NPD e sempre NPD attesta): tra agosto 2020 e luglio 2021, nei sei Paesi citati prima, il settore ha perso oltre 11 miliardi di visite di lavoro. Un fenomeno da non trascurare assolutamente anche nel prossimo futuro quando torneremo alla normalità, perché sullo smart working, per una certa percentuale, indietro non si torna.

Quali soluzioni posso attuare gli operatori per andarsi a prendere e recuperare questi consumi che lo smart working sottrae?

Ne parliamo con: Matteo Figura, Food Director di NPD Italia ed Emiliano Citi, consulente della ristorazione e fondatore di Ristobusiness, due professionisti che sapranno far luce e dare qualche dritta per cogliere le opportunità che questo cambiamento, come tutti i cambiamenti, offre.

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