«La sfida continua tutti i giorni e tutti i giorni bisogna svegliarsi con delle idee nuove senza abbandonare quelle vecchie».
Sono parole di Alberto Bertone, founder di Acqua Sant’Anna scomparso prematuramente lo scorso 11 novembre. Sì, per Alberto la sfida continuava tutti i giorni, anche quelle impossibili, come quando senza nessuna esperienza, da “ignorante” – come lui stesso diceva – decise di entrare nell’affollato e competitivo mondo delle acqua minerali. Correva l’anno 1996.
«Sono venuto qui a Vinadio, in alta montagna, non ero mai venuto prima. Mi sono innamorato di questo posto. Ho visto questa sorgente che nasceva nel parco delle Alpi Marittime, a 2000 metri. E da lì ho bevuto alla sorgente, ho deciso di portare quest’acqua sulla tavola degli italiani».
Detto, fatto! Certamente con delle difficoltà iniziali, ma dietro quella convinzione c’è tutta la summa dell’uomo e dell’imprenditore Alberto Bertone: la visione, il coraggio, la tenacia, le intuizioni, le innovazioni, doti che hanno permesso nel giro di qualche decennio, partendo da quel semplice sorso d’acqua bevuto alla fonte, di far diventare Acqua Sant’Anna un player assoluto del beverage italiano e internazionale…
“Fare meglio” era la sua dolce ossessione, in tutti i campi e in tutti i sensi. In un’intervista gli fu chiesto: “qual è il segreto del successo di Acqua Sant’Anna?”, e lui rispose: «Certamente la qualità del prodotto», ma subito dopo il prodotto lui parlava di persone, dei suoi collaboratori che considerava la vera forza trainante dei successi del brand Sant’Anna.
Studiare, applicarsi, conoscere, agire, questo era il suo modus operandi, semplice ma efficace, il tutto legato a doppio filo da una determinazione implacabile. Diceva: «Solo se conosci benissimo il tuo mondo e ti concentri sul tuo mondo – cosa per me fondamentale – conosci tutto della tua produzione; devi sempre sapere completamente tutto. A quel punto, per me, conoscere tutto e pensare tutto il giorno a quello, alla soluzione, sicuramente troverai la tua strada, no? Per arrivare a Roma si possono fare tante strade, però dobbiamo concentrarci e tutto il giorno pensare a quello. Se tu pensi tutto il giorno, sicuramente ti innamori del tuo mercato, del tuo lavoro e troverai sicuramente il modo per uscirci sopra».
E poi diceva anche: «Bisogna credere in quello che si fa». Credere, ma anche saper valutare, senza presunzione sia i successi che gli errori. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo, ma la sua indomita passione, il suo esempio fulgido, resteranno per sempre, un lascito prezioso che va oltre i risultati economici. Il rispetto per i collaboratori, la sensibilità verso il territorio, la costante volontà di migliorare, la sua è stata una leadership autentica e generosa. La sua storia, le sue opere, i suoi valori, continueranno a parlare di lui, memoria indelebile per i suoi cari, per i suoi collaboratori, ma anche per tutti gli operatori del settore.