I costi energetici e delle materie prime in drastico aumento hanno spinto il caffettino al bar a quota €1,30, ma presto giungerà a €1,50. Lo afferma una nota di Adnkronos che ha interpellato al riguardo le associazioni settoriali.
L’escalation è inevitabile con le bollette triplicate, gli aumenti delle materie prime. Secondo Luciano Sbraga, vicedirettore della FIPE Federazione Italiana Pubblici Esercizi – fra le cause degli aumenti c’è sicuramente il costo dell’energia, ma non solo – afferma il dirigente di FIPE – pesano anche il costo del lavoro e i canoni di locazione.
La pensa diversamente Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, Associazione no profit per la Tutela e Promozione dei Diritti Fondamentali dei Consumatori, il quale ritiene che, alla base di questa impennata dei prezzi ci sia anche la volontà da parte dei grossisti e dei torrefattori di recuperare le perdite economiche causate dalla pandemia, arrotondando per eccesso i prezzi. Valutazioni, queste, alquanto aleatorie dalle quali ci permettiamo di dissentire.
«Non ci dobbiamo stupire – ribadisce Luciano Sbraga – se il costo del caffè e di altre cose aumenta nei bar: ci dobbiamo stupire per il fatto che il suo aumento sia al di sotto della media generale dei prezzi».
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