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Retribuzioni nella ristorazione sono congrue?

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I salari nella ristorazione, il salario minimo, è uno dei temi caldi affrontati dalla politica italiana. Ebbene, come si rapporta il mondo della ristorazione sul punto per controbattere la vulgata che dice che nel settore – specie i lavori meno professionali – siano sottopagati?

FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi puntualizza che le retribuzioni garantite dal “Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro”, nel settore ristorazione, siano superiori al salario minimo. Inoltre, la Federazione osserva con disappunto che questo genere di posizioni, da parte di rilevanti esponenti politici, rischiano di rendere ancora più oneroso il contrasto a ogni forma di pirateria e dumping contrattuale sul quale, la stessa, è impegnata a tutelare oltre 900mila lavoratori rappresentati.

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per la ristorazione prevede una retribuzione minima mensile – per un cameriere professionista – di € 1.500 lordi (1.250 netti), con 14 mensilità e 40 ore di lavoro settimanali.  Ma nella stagione estiva la media può arrivare anche a € 1.450.

Da un’indagine del Corriere della Sera emerge che in un ristorante stellato (o comunque di alto livello) la retribuzione media è di circa € 1.750/2.000; nelle pizzerie la paga mensile netta è di € 1.200 e negli agriturismi di € 1.050. Un cameriere part-time prende all’incirca € 680 netti al mese, mentre un apprendista cameriere guadagna mensilmente € 700.

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