Vino e vendemmia, siamo nel pieno della stagione e – da quanto si legge – dopo due stagioni così così, la vendemmia italiana torna a segnare numeri confortanti: 47,4 milioni gli ettolitri stimati da Ismea, Assoenologi e UIV nel loro consueto report annuale.
Valutazioni settembrine che, se confermate, rappresenterebbero un bel +8% rispetto al 2024. E la qualità? Buona, in certi casi ottima, secondo le varie fonti, con uve sane, gradazioni alcoliche contenute, acidità in tenuta e profili aromatici che promettono bene.
Ma c’è un ma…
Il vino si vende meno e si vende poco, basti pensare che al 31 luglio, nelle cantine italiane, giacevano ancora quasi 40 milioni di ettolitri di vino, a cui si aggiungono 2,3 milioni di ettolitri di mosti (dati estrapolati dal sito del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste). Tradotto: più di 42 milioni di ettolitri di scorte.
Perché? Perché le vendite non girano, l mercato interno arranca, l’export rallenta (vedi dazi), i vini comuni restano sullo stomaco e anche il duo DOP – IGP non vola come un tempo.
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