Sono sempre più diffusi e più trendy i consumi fuori casa all’aperto come le sagre, in genere dedicate alle specialità enogastronomiche, occasioni conviviali per fare festa, ascoltare musica e mangiare a prezzi contenuti.
In Italia sono oltre 40.000 tra agosto e settembre, mesi nei quali sono maggiormente organizzate. Ogni Comune in Italia, piccolo o grande che sia, ne organizza in media 5 all’anno e il successo è crescente. Le presenze in occasione delle sagre sono in crescita del 30%.
Perché? Secondo Fabrizio Tonon, presidente del comitato Unpli Venezia: «Le sagre sono sempre più affollate perché la gente ha meno potere d’acquisto. L’altra faccia della spensieratezza, che si specchia in soluzioni più economiche, ma non di minor qualità, per trascorrere una serata in compagnia senza necessariamente attovagliarsi al ristorante».
Sarà questo il motivo? È probabile…
Ma non tutti amano le sagre, in primis i ristoratori i quali vedono nelle sagre un concorrente low cost alla loro attività. Numeri alla mano le sagre in Italia, prima del Covid, incassavano complessivamente circa 900 milioni di euro.
FIPE-Federazione Italiana Pubblici Esercizi alza gli scudi a difesa dei ristoratori tradizionali, secondo la quale 7,5 sagre su dieci – che si svolgono sul territorio nazionale – sono di bassa qualità o addirittura fasulle e sono prive di autenticità, cioè che non rispecchiamo le peculiarità storico-territoriale di una sagra, ovvero la valorizzazione e la promozione dei prodotti tipici di quel determinato territorio.
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