La guerra Russo-Ucraina pare non trovare soluzioni diplomatiche e, giorno dopo giorno, continua a mietere vittime innocenti e causare dolore, uno stillicidio inaccettabile.
Le conseguenze di questo dramma si riversano inevitabilmente nel sistema economico: sono sotto gli occhi di tutti gli aumenti stratosferici dei generi di prima necessità, materie prime ed energia, che stanno mettendo in ginocchio le imprese.
Su questo argomento Confesercenti ha presentato il dossier “Lockdown, caro energia, crisi Ucraina” in cui si analizza, dati alla mano, la crisi in atto nel commercio, nel turismo e dei servizi, prendendo a riferimento marzo 2022 su marzo 2020.
Per rispondere alle difficoltà di approvvigionamento dall’estero, determinate dalla guerra, una proposta giunge da Coldiretti che ritiene possibile coltivare già da quest’anno 75 milioni di quintali in più di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione.
«Proponiamo – dice Ettore Prandini, Presidente Coldiretti – di lavorare da subito a contratti di filiera con impegni pluriennali per la coltivazione di grano e mais e il riconoscimento di un prezzo di acquisto equo, basato sugli effettivi costi sostenuti, per consentire di recuperare livelli produttivi già raggiunti nel passato».
Una possibile soluzione, quindi, l’Italia ce l’ha in casa… pensarci prima?
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