A Leopoli, in Ucraina vicino al confine con la Polonia, al birrificio Pravda hanno risposto all’invasione russa passando dalla produzione di birra alla produzione di molotov.
Paradosso in questa guerra assurda. La Pravda è una specie di istituzione a Leopoli, una delle loro birre più note si chiama Putin Khuylo, un “vaffa” senza mezzi termine rivolto al presidente russo.
Ma la birra come sappiamo ha più anime: Inbev, la multinazionale birraia, ha deciso di produrre lattine di acqua al posto della birra. Sono mezzo milione le lattine d’acqua che dallo stabilimento di Leuven, in Belgio, sono partite per i posti di controllo di frontiera in Polonia e Moldavia ove giunge la stragrande maggioranza dei profughi in fuga per la libertà.
Ma anche tutta l’Italia si mobilita, come sempre, quando c’è da dare una mano, infatti, sono decine e decine le iniziative solidali messe in atto anche degli operatori Horeca non solo dalle aziende di produzione, ma anche d distributori e gestori.Una delle tante iniziative è quella di ristoranti e alberghi che si offrono per dare lavoro stagionale ai profughi Ucraini.
La proposta è partita dal Friuli su iniziativa di Fipe e Federalberghi. In Friuli, ma anche in altre Regioni, devono fare i conti con la mancanza di forza lavoro per alberghi e ristoranti, lo scorso anno mancavano 4mila stagionali. Non è certo la soluzione dell’immane crisi che sta devastando l’Ucraina, ma a volte basta anche un piccolo segnale di fiducia per sperare in giorni migliori.
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