Bonus ristorazione, il piatto piange
All’inizio si parlò di un miliardo di euro, poi decreto facendo si è quasi dimezzato, 600 mila euro. Stiamo parlando del famoso bonus Bellanova che è stato inserito nel decreto agosto. Il contributo a fondo perduto consiste in un finanziamento per quelle attività che hanno subìto un calo del fatturato di almeno il 25% da marzo a giugno 2020 rispetto allo stesso trimestre del 2019.
Il bonus potrà essere richiesto per l’acquisto di prodotti di filiere agricole alimentari e vitivinicole da materia prima italiana. Il contributo minimo è di 2.500 euro, in verità anche quasi il massimo, visto che, se tutti i pretendenti (solo i ristoranti, circa 180mila) dovessero richiederlo la divisione è subito fatta. Diciamolo subito, poco più di una panacea per il locali Horeca che a causa del lockdown e delle conseguente complessa fase 2 sono in una crisi profondissima. Sempre nel decreto agosto è previsto un bonus per i locale che operano nei centri storici delle maggiori località turistiche. Ma da questo bonus sono esclusi i ristoranti che beneficeranno del bonus Bellanova.
Turismo straniero poco più di zero e soffre il segmento lusso
Circa 14 miliardi di euro svaniti, ha tanto ammontano secondo Confcommercio le perdite nei soli mesi di Luglio-Agosto e Settembre, per il mancato flusso di turisti stranieri. Sempre secondo Confcommercio andando a spacchettare la perdita di quai 14 mliardi ben 3 mancheranno nella casse dei ristoranti. A soffrire di più, le città d’arte che con la loro alta percentuale di internazionalizzazione sono quelle che maggiormente richiamano i turisti del segmento lusso. Negli alberghi a 5 stelle di registra un -91,2% di turisti stranieri. che per le strutture di alta gamma costituiscono la componente principale della domanda. I principali habitués degli alberghi di lusso, secondo Federalberghi-Confcommercio, provengono infatti da Stati Uniti, Giappone, Russia, Australia, Brasile e Cina. Tutti mercati chiusi da oltre 5 mesi durante i quali sono andati in fumo quasi 9 milioni di pernottamenti, circa il 40% dei flussi che questi paesi generano ogni anno verso gli alberghi a 5 stelle italiani.
La beffa oltre il danno
In questo straordinario agosto all’insegna del covid e delle mascherine i gestori horeca oltre a contare le perdite devono anche difendersi dai furbetti in mascherina. La storia potrebbe apparire paradossale, ma è riportata nero su bianco su l’adige.it ed è stata denunciata in alcuni locali dell’Alto Garda dove troppi clienti con mascherina se ne vanno senza pagare. Facile in certi locali pubblici con corsie in entrata e in uscita talvolta basta percorrerle in senso inverso; così quella in entrata viene utilizzata anche per l’uscita perché, di solito, se c’è un controllo (che fino a poco fa, in buona fede non c’era) è ovviamente rivolto a tener sott’occhio chi esce. Poi, e questo è l’aspetto più rilevante, ci sono le mascherine che, indossate da chi si alza dai tavoli, rendono tutti difficilmente distinguibili.