Sabato 18 maggio si celebra la “Giornata della Ristorazione”, iniziativa giunta alla 2ª edizione – ideata da FIPE Confcommercio – che vedrà la partecipazione di 85 associazioni di settore e 10 mila ristoranti in Italia e all’estero che offriranno un piatto speciale dedicato e la possibilità di partecipare ad una iniziativa benefica.
La “Giornata della Ristorazione” punta a valorizzare e rafforzare i valori ed il ruolo della ristorazione italiana, la sua importanza economica, sociale e culturale, un settore che impiega oltre 1,4 milioni di persone.
Ospitalità, convivialità e innovazione, saranno i temi al centro di questa speciale giornata che coinvolge tutti gli amanti del fuori casa e gli operatori di settore. Un evento che vuole ribadire il ruolo di una ristorazione che, in funzione della sua convivialità, deve essere anche inclusiva.
Inclusività e ristorazione, una storia sugli scudi è certamente quella di PizzAut, dove i protagonisti sono ragazzi affetti da autismo, un’iniziativa benemerita che nasce dal sentimento, dalla volontà e dalla tenacia di Nico Acampora. Scopriamo che ristorazione e solidarietà sono un connubio perfetto che può alimentare anche prospettive di crescita come per PizzAut.
«Il tutto nasce perché io ho un figlio autistico e, quindi, siccome in Italia ci sono 600mila persone autistiche, nasce un bimbo autistico ogni 77 bambini. Per i nostri figli non c’è futuro, spesso non c’è nemmeno il presente… Una notte ho pensato che avrei dovuto fare qualcosa per mio figlio e per gli altri ragazzi, così nasce l’idea di PizzAut, la prima pizzeria in Europa completamente gestita da persone autistiche. In questo momento, le pizzerie sono due: una a Monza e una a Cassina De’ Pecchi (Milano) e, poi, ci sono una serie di track food che si muovono sul territorio. L’idea mi viene perché una sera vedo mia moglie e mio figlio che preparano una pizza – mio figlio era piccolino e ha un autismo abbastanza severo – e ho pensato: “Se lo fa mio figlio, lo possono fare anche gli altri ragazzi”. Ho svegliato mia moglie quella notte, mi ricordo, e le ho detto: “Stefania, dobbiamo aprire un ristorante gestito da ragazzi autistici”, e lei mi ha detto: “Nico, dormi per favore!”. Lei si è svegliata e io avevo inventato il nome “PizzAut, nutriamo l’inclusione” e da lì siamo partiti».
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