Il bar è il format del fuoricasa più diffuso in assoluto. In Italia se ne contano oltre 150.000 tuttavia, nonostante il mercato del fuoricasa sia in ripresa, a parte questo maggio horribilis, il format bar perde colpi.
Stando all’ultimo rapporto FIPE questo storico e fondamentale locale del fuoricasa è in sofferenza: dal 2012 ad oggi il numero delle imprese che svolgono attività di bar è diminuito di circa 15 mila unità e ogni anno, al netto delle nuove aperture, sono almeno 10 mila le imprese che cessano l’attività.
Locale sempre più polivalente, probabilmente alla ricerca di una nuova identità, il caro vecchio bar – primo social network reale – è sempre più preda di un frenetico turnover che registra ultimamente picchi preoccupanti. Sempre secondo i dati FIPE, il tasso di sopravvivenza a 5 anni dei bar di nuova apertura non raggiunge il 50%, ossia su 100 imprese che avviano l’attività ne sopravvivono meno di 50.
Una vera disdetta perché i bar, oltre che essere un pezzo di storia e di socialità, sono imprese che presidiano il territorio anche nei giorni e orari in cui le altre attività sono chiuse, sono anche un punto di ospitalità per cittadini e turisti, svolgono un servizio di ristoro e accoglienza e, non ultimo, di sicurezza.
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