Food&Beverage e sostenibilità, un tema quanto mai attuale visto il grido d’allarme degli scienziati sul cambiamento climatico di cui tutti abbiamo ormai reale e crescente evidenza. All’inquinamento incide, e parecchio, il sistema agroalimentare mondiale che rappresenta una delle principali fonti di emissioni di gas serra, contribuendo per oltre il 25% al problema globale. Un problema che potrebbe essere assolutamente più contenuto. Secondo i dati FAO il 14% del cibo viene perso prima della commercializzazione, mentre il 17% – pari a 931 milioni di tonnellate – viene sprecato dai consumatori e/o retail.
Per sensibilizzare produttori, distributori e consumatori, dal 2017 – su iniziativa dell’Onu – ogni 18 giugno si festeggia la Giornata dedicata alla Gastronomia Sostenibile. L’obiettivo è far comprendere il ruolo del cibo nel contrasto alla crisi climatica ed aumentare la consapevolezza sull’importanza di uno sviluppo sostenibile in termini ambientali, economici e sociali. In particolare, promuovendo lo sviluppo agricolo, la produzione e conservazione della biodiversità.
Virtù che sono parte della più autentica tradizione gastronomica italiana ed in particolare quella campana, ricca di prodotti tipici che rendono la cucina partenopea una delle più varie e amate a livello mondiale.
Cibo sostenibile e anche turismo sostenibile, dove il cibo è la componente attrattiva principale. Come l’enoturismo, un’attrazione oggi per circa 13,4 milioni di italiani e anche per gli stranieri (americani ed europei, in particolare). I dati si riferiscono all’ultima indagine di Ismea e Aite, l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, un turismo che piace parecchio. Tre enoturisti su quattro si dichiarano soddisfatti, soprattutto, per la qualità del servizio in occasione delle visite in cantina e delle altre iniziative, per i rapporti con la comunità locale e per le modalità di prenotazione delle esperienze proposte.
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