Da una ricerca condotta dalla società Circana – circa il mondo del Food & Beverage – si evince che i consumi del Food Service nel 2023, nei 5 maggiori Paesi in Europa (Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito), hanno toccato i 321 miliardi di euro registrando un aumento del 4% rispetto al periodo pre-Covid.
Ma le visite complessive hanno registrato una diminuzione del 10% rispetto al 2019, un dato che nel nostro Paese, però, è più contenuto con -4%, quindi, l’Italia va meglio risetto alla media.
Sempre secondo Circana, l’inflazione e la diminuzione del potere d’acquisto hanno spinto i consumatori a ridurre gli acquisti, orientandosi verso prodotti più accessibili e cercando promozioni più convenienti. Guardando al 2024 – sempre nei 5 maggiori paesi Europei – Circana stima una crescita del 6%, portando il settore Food Service a raggiungere i 340 miliardi di euro.
Le visite aumenteranno, seppur non raggiungendo i livelli pre-Covid, con una stima del +2% rispetto al 2023. Tra i principali fattori di sviluppo spiccano il consumo domestico, la digitalizzazione, l’aspetto sociale e tutto ciò che riguarda il benessere e la salute.
Un’altra interessante ricerca è stata realizzata da Simon Kucher, società globale di consulenza strategica, su un panel di oltre 200 società attive nel settore dei ristoranti fast food e casual dining, nel corso dell’ultimo anno: i trend confermano che il 40% dei consumatori ha ridotto la frequenza dei propri acquisti a causa di prezzi meno attraenti. Per il 66% di questi consumatori, la riduzione del rapporto qualità/prezzo è stata una ragione determinante.
Altro punto che evidenzia la ricerca è relativo alla sostenibilità. Secondo la ricerca, avere una crescita che tenga conto della sostenibilità è una sfida per la maggior parte delle aziende del settore ristorazione che non sono sempre state abili, durante l’ultimo anno, a fronteggiare con successo il contesto inflattivo. Dall’analisi emerge che circa il 50% delle aziende di ristorazione è ricorsa ad aumenti di prezzo per preservare la marginalità, ma solo per il 33% la crescita dei prezzi è stata maggiore dell’aumento dei costi, questo a dimostrazione della fase di complessità che il settore sta fronteggiando.
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