“Chi beve birra campa cent’anni”, declamava un Renzo Arbore d’annata nella più famosa campagna pubblicitaria dedicata alla birra. Erano gli anni ’80, lo slogan semplice e stuzzicante con annessa promessa di vita eterna (quasi) ebbe un grande successo, il personaggio, poi, scanzonato e simpatico, fece il resto.
I consumi di birra in un Paese come I’Italia (di cultura bevereccia vinofila), fecero un bel balzo in avanti e da quel momento (lo dicono le statistiche) nel Bel Paese i centenari sono aumentati, e di parecchio pure!
Coriacei nonnetti e nonnette che, viste le performance anagrafiche, continuano imperterriti a bere birra. Loro sì, ma i loro figli e nipoti?
Quanto meno leggendo l’ultimo report redatto da Assobirra che ha messo insieme i dati di vendita dei maggiori produttori italiani del primo semestre 2024.
Nel canale on trade va malissimo il primo trimestre, con un calo del 7,34% rispetto allo stesso periodo del ‘23. Sempre nel primo trimestre, sempre nel canale on trade, poco più di un pari e patta con +0,6%.
Secondo trimestre (Aprile – Maggio – Giugno) recupera l’on trade, ma chiude sempre a -1,52% e crolla off trade con -5,57%. Sommando i trimestri viene fuori una perdita del -3,80% nel canale on trade e del 3,41% nell’off trade.
A leggerli, un brivido di birra gelata corre lungo la schiena degli addetti ai lavori. I dati sono alquanto spietati: 3,8% di calo nel canale on trade e 3,41% nell’off trade. Che succede, gli italiani non vogliono più campare cent’anni? O i nuovi consumatori preferisco farsi uno Spritz al posto della birretta, o magari un energy drink… per avere le ali?
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