Acqua minerale e microplastiche, girano studi americani che affermerebbero un certo grado di contaminazione.
Ma quanto sono attendibili questi studi? Lo abbiamo chiesto ad Ettore Fortuna, vicepresidente Mineracqua:
R.: «Il tema di questo micro plastiche e nano plastiche nelle bottiglie di acqua minerale merita attenzione, ma merita anche un’attenta puntualizzazione. Alcuni studi recenti – che sono stati pubblicati – fanno riferimento a Bottle Drinking Waters nella quali sarebbero state trovate micro plastiche, ma soprattutto nano plastiche. Ovviamente, la notizia viene riportata anche dai media italiani, ma nessuno si perita di leggere lo studio. Noi di Mineracqua abbiamo recuperato questo studio e abbiamo letto che si tratta di acque potabili trattate e imbottigliate, tante vero che nello studio si dice che le nano plastiche sono rilasciate dalla poliammide che è una sostanza che si usa per fabbricare i filtri che trattano poi l’acqua. Quindi, attenzione negli USA! La Bottle Waters è l’acqua potabile trattata e imbottigliata, non è la natural mineral waters come da noi».
Il primo commento di Ettore Fortuna è chiaro, gli studi non si riferiscono ad acqua minerale, ma ad acqua di rubinetto e questo, ovviamente, già fa tutta la differenza del mondo. Ascoltiamo ancora le riflessioni del vicepresidente di Mineracqua…
R.: «Seconda cosa, c’è da dire che – è inutile nasconderlo – è un fenomeno che a volte è presente in alcune bottiglie nostre e questo lo stiamo indagando: se si tratta dello sfregamento del tappo quando si apre la bottiglia, perché al momento alla sorgente non ci sono contaminazioni di alcun genere. Però il tema è talmente grande, planetario, che a questo tema l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dedicato un primo rapporto. In questo rapporto si dice che le micro plastiche e le nano plastiche sono prodotte da due fattori: il primo lo scarico delle lavatrici che hanno lavato un bucato sintetico, considerate che oggi l’industria tessile/chimica ha più di 80 anni e, quindi, questi scarichi con tutte le microfibre vanno nei fiumi e poi vanno nei mari. Quando un pesce mangia un altro pesce mangia anche queste microplastiche che non sono quelle che vengono dalle nostre bottiglie, perché il PET – come è noto – non degrada, è un polimero inerte. L’altra causa della presenza delle microplastiche è lo sfregamento degli pneumatici sulle strade, questo ci deve far ritenere, come l’OMS di fatto suggerisce che anche quando attraversiamo la strada inaliamo microplastiche. Quindi è un fenomeno planetario, è un fenomeno sul quale bisogna indagare, sul quale tuttavia ancora non è pronto un metodo standardizzato, cioè un metodo che consenta una ricerca ripetibile in tutti i laboratori».
Come si sta attivando Mineracqua per monitorare il fenomeno e garantire i consumatori di acqua minerale?
R.: «Noi abbiamo creato, come associazione europea, un gruppo di studio con diverse università Europee, sappiamo che il sistema RAMAN è uno dei sistemi migliori, ma ancora va perfezionato. Una volta che si sarà messo a punto un sistema standardizzato, allora faremo tutti delle ricerche molto più approfondite per venirne a capo. Per ora si sa, e questo lo dice l’OMS, che queste microplastiche sono dei corpi che vengono poi espulsi attraverso il ricambio fisiologico del corpo umano, quindi, non si tratta di plastica che possano sedimentare nell’organismo e produrre effetti indesiderati».
Quindi un allarme, quello che viene dagli Stati Uniti, che non ha fondamenti scientifici validi, anzi, riguarda tutta un’altra acqua come abbiamo sentito, non l’acqua minerale. Va anche detto che negli Stati Uniti le fonti di acqua minerale sono poche. Un chiarimento opportuno quello di Mineracqua, considerando il valore delle acque minerali italiane e dell’indotto che rappresentano: 130 aziende di imbottigliamento, oltre 250 brand per una produzione annua complessiva di 16 miliardi e mezzo di litri, di cui un miliardo e sei destinato all’export. All’estero l’acqua minerale italiana è considerata tra le migliori, un chiaro riconoscimento alla qualità di un prodotto che rappresenta una delle eccellenze del made in Italy.
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