Rispolverato e tirato fuori dalla cristalliera è pronto a ripartire il Ministero del Turismo italiano che, istituito nel lontano 1959, ad oggi si trova ad affrontare lo stato di crisi nera del settore: 53 miliardi bruciati, 220mila posti di lavoro persi e una stima, per i primi tre mesi del 2021 di una ulteriore perdita di ricavi per 7,9 miliardi. Un comparto, quello turistico, che non sa più come immaginare il proprio futuro, ma che deve farlo se non vuole perdere l’opportunità di ripartire.
Per farlo è ormai chiaro bisognerà evolvere soprattutto in termini di tecnologia. L’utilizzo di strumenti come Google Hotel Insights, per esempio, è una carta da giocare. Una piattaforma senza costi per gli operatori, che si propone di veicolare strumenti, risorse e progetti di formazione specifici. La soluzione, sfrutta i big data per ottenere informazioni sulle ricerche compiute dai potenziali turisti e sulla loro provenienza.
Di fondamentale importanza poi sono le campagne di comunicazione social per trasmettere fiducia. Un utilizzo sapiente di profili dedicati non solo alla messa in evidenza delle bellezze del luogo, ma anche delle soluzioni adottate per rispettare norme di sanificazione e distanziamento sociale, sarà fondamentale. Infine è necessario oggi più che mai, abbracciare definitivamente il concetto di neverending tourism. Gli Osservatori sul digital travel e sui viaggi d’affari del Politecnico di Milano evidenziano che i viaggiatori prima di partire vogliono conoscere i luoghi che visiteranno, interagire con le app durante il soggiorno e desiderano portarsi via qualcosa di locale al ritorno. Il 42% delle strutture offre ai clienti prodotti enogastronomici o di artigianato, anche tramite l’e-Commerce.