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NFT: al ristorante si paga solo in gettoni digitali

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L’Horeca del futuro parlerà un linguaggio sempre più digitale: dalle prenotazioni alla gestione delle consegne per il delivery, ai pagamenti sino alle attività di customer care, insomma, tutto il mondo che gira intorno alla consumazione reale sarà fatto di bit.

Una rivoluzione inarrestabile che non sappiamo ancora precisamente dove potrà approdare, infatti, vi sono già nuovi e ancora non esplorati orizzonti che si intravedono: a New York apre il primo ristorante NFT, il Flyfish Club e sarà l’unico locale dove si potrà accedere solamente se si è in possesso di token, ovvero un asset digitale memorizzato sulla blockchain.

Ma al di là delle estremizzazioni che un giorno saranno normalità, il digital da subito consente migliori economie e maggiori efficienze non solo ai ristoratori, ma anche ai distributori Horeca.

Secondo una ricerca realizzata da GS1 Italy, in collaborazione con la società di consulenza Progettica, in Italia sarebbe di oltre 131 milioni di euro il risparmio che le aziende del comparto foodservice avrebbero se adottassero un linguaggio digitale globale come gli standard di GS1.

Lo studio, che ha coinvolto 25 distributori (11 nel food e 14 nel beverage), ha misurato il risparmio economico e i vantaggi immateriali generati dall’adozione degli standard GS1 nel canale dei distributori, rilevando i bisogni della filiera Horeca a partire dall’analisi delle inefficienze.

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